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Rallentare con la creatività: intagliando si impara

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Ciao a tutti e bentornati nel mio blog.

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Oggi torno a scrivere per parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore: la lentezza.

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Nelle ultime settimane, presa da una serie di scadenze, mi sono ritrovata a sostenere dei ritmi forsennati senza concedere a me stessa un attimo di tregua. Non riuscivo a staccare nemmeno di notte, continuando a pensare a quello che avrei dovuto fare il giorno dopo e a come avrei dovuto farlo eccetera eccetera.

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Se anche a voi capita di sentirvi così, mi capirete quando vi dico che a un certo punto ho dovuto mettere un freno alla situazione che mi stava sfuggendo di mano e, a parte pianificare in modo più realistico i miei obiettivi, la prima cosa a cui ho pensato è stata la creatività.

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Ma come si fa a rallentare con la creatività?

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Per me, nello specifico, la creatività è un impulso continuo che ho bisogno di tenere a freno per non farmi soverchiare e non farle prendere il sopravvento sul mio lato razionale. Ma è anche quel luogo spazio temporale in cui riesco a esprimere me stessa senza costrizioni, lasciandomi semplicemente fluire.

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La mia tecnica preferita, per chi di voi mi segue non è una novità, è l’intaglio di timbri fatti a mano. E intagliare un timbro fai da te è un ottimo modo per lasciarsi fluire e quindi costringersi a rallentare. I movimenti lenti e ben ponderati dell’incavare, ci aiutano a concentrarci sul nostro corpo, sulle braccia, sulle mani, facendo sì che la mente si scolleghi dai mille impegni del quotidiano per rallentare e fluire in quel momento, nella realizzazione di un manufatto.

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Avete mai fatto meditazione? Ecco, la sensazione è un po’ quella: svuotare la mente, concentrarsi sui movimenti ed essere presenti in quel momento soltanto a voi stessi e all’atto dell’intagliare, staccandovi da tutto il resto.

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Certo, poi si riprende a combattere con il quotidiano, ma rallentare con la creatività è una pratica da non sottovalutare poiché aiuta a tenere a bada lo stress e riconnettervi con voi stessi.

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Siete pronti a farlo? Date un’occhiata qui.

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Ne parlerò più approfonditamente dal vivo il 18 maggio, da Ab Ovo a Napoli, in via Bellini 7, nel mio prossimo workshop di timbri fatti a mano. Tutte le informazioni le trovate qui.

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Noi ci risentiamo presto, qui sul blog!

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Come si fa un erbario: cinque consigli utili

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Bentornati nel mio blog.

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Oggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e di cui avrei voluto raccontarvi già da un po’: come si fa un erbario.

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Chi mi segue forse l’avrà intuito, uno degli elementi che mi ispirano di più è la natura, con il suo lento incedere, con i suoi colori e odori che si susseguono incessantemente, qualunque cosa accada. Il luogo in cui vivo è selvaggiamente circondato dalla natura (visto che a Roma non esiste una manutenzione e una cura degli spazi pubblici) e, ogni volta che mi capita di uscire, anche solo per fare qualche passo fino al mercato o per andare a prendere mia figlia a scuola, sono rapita da ciò che mi circonda.

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Che sia la fioritura dei pruni, dei mandorli, degli alberi di magnolia. Che siano le malve selvatiche o i papaveri che crescono liberi in qualunque spazio disponibile, che siano gli alberi di gingko e i castagni in autunno o le mimose alla fine dell’inverno, quello che mi viene subito in mente è raccogliere e tenere per me una sorta di diario delle stagioni a cui attingere quando cerco ispirazione. Creare un erbario da tenere accanto come un diario delle emozioni naturali.

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Ma come si fa un erbario?

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Io distinguerei innanzitutto il lavoro in due fasi: la raccolta e preparazione dei campioni e la costruzione dell’erbario vero e proprio.

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Oggi ci concentreremo sulla prima fase.

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Ecco cinque consigli utili che vi serviranno se state progettando di fare un erbario.

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1. Quando uscite per una passeggiata nella natura tenete sempre a portata di mano cesoie e guanti. Per quanto sembri romantica ed eterea l’idea di creare un erbario, la natura sa essere selvaggia e piena di asprezze. Tra insetti, spine e quant’altro, se non avete dei guanti e delle cesoie, raccogliere fiori e rami può essere difficilissimo.

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2. Nella fase di raccolta portate con voi un cestino e dei fogli di giornale. Quando avrete raccolto i fiori o le foglie che vi interessano, come farete a distinguerli e portarli a casa? Delicatamente infilateli tra i fogli di un quotidiano e appoggiate il tutto in un cestino facendo degli strati. Quando sarete a casa sarà più facile poi riorganizzare gli esemplari che avrete raccolto.

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3. Prima di tagliare o staccare rami, foglie o fiori, assicuratevi che la pianta sia in salute. Occhi bene aperti quindi per capire se la pianta che state raccogliendo ha una malattia, o afidi, o parassiti di qualunque genere.

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4. Quando tornate a casa dalla vostra passeggiata mettete subito ciò che avete raccolto in pressa. Non serve avere una pressa professionale, potete anche costruirvela da voi con due lastre di compensato e degli elastici di quelli grossi e piatti. L’importante è che i fiori o le foglie vengano subito messi in pressa una volta raccolti e che tra una pianta e l’altra ci siano uno strato di cartone pressato e un foglio di carta.

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5. Ricordate che ogni pianta ha il suo tempo per essiccare. Se per essiccare un fiore basta tenerlo in pressa una settimana, le piante più grasse, come le succulente, ne richiederanno due. Regolatevi in base a quanto sono grossi lo stelo e foglie per capire quanto tempo pressare gli esemplari che avete raccolto.

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Spero che i miei consigli su come si fa un erbario vi siano stati utili.

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La prossima settimana parleremo di come organizzare l’erbario vero e proprio una volta che i fiori sono pronti per essere catalogati. Nel frattempo, venite a vedere i miei erbari fatti a mano.

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Se avete dubbi o domande scrivetemi nei commenti o su info@latuamomis.com!

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Trova la tua parola dell’anno

Parola dell'anno

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Trova la tua parola dell’anno, mi sono detta.

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E vorrei condividere con voi il perché e il percome di questa decisione.

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Avevo provato a farlo già due anni fa ma non so perché, in quel momento, seguire un percorso di autoanalisi, riempire pagine di quaderno con liste di parole o riflessioni, mi pareva una perdita di tempo.

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Avrei milioni di altre cose da fare, mi dicevo. Ho il negozio da risistemare, il sito da aggiornare, i nuovi timbri da incavare, le carte da ordinare, i corrieri da prenotare, non posso perdere tempo a fare meditazione a occhi chiusi. 

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Niente di più sbagliato.

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Cercare la parola dell’anno è un modo per entrare in contatto con noi stessi, osservare con lucidità quello che abbiamo già fatto e restare focalizzati su come vogliamo impostare il tempo che ci aspetta, quello futuro, che deve ancora venire.

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Un tempo si diceva: il passaggio tra l’anno vecchio e quello nuovo è tempo per fare dei bilanci. Ma qui non si tratta di giudicare se abbiamo agito bene o male. Non si tratta solo di buoni propositi. Si tratta di restare in contatto con noi stessi e ascoltarci. Trovare ciò che di autentico ci muove, la nostra “cifra”, quello che vogliamo comunicare a chi entra in contatto con noi. 

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Trova la tua parola dell’anno, mi sono detta. Usa la tua risorsa più preziosa, il tempo, per arrivare al tuo centro e poi fallo risplendere attraverso quello che fai. Se resti in contatto con la tua visione, se rimani focalizzata sui valori che ti muovono, tutti i tuoi progetti avranno un senso, una coerenza interna, una “voce”.

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Per farlo ho scelto il corso gratuito di Susannah Conway Find Your Word, che avevo conosciuto grazie a Gioia Gottini, la mia guru del Personal branding. In questo corso gratuito che si svolge in cinque giorni, ti arriveranno tramite mail una serie di linee guida da seguire per trovare la tua parola e potrai accedere a un gruppo Facebook tramite il quale poter fare brainstorming con chi sta seguendo il tuo stesso percorso. Molto semplice ma anche molto impegnativo perché richiede la tua partecipazione e devi essere disposta a dedicare a questa pratica introspettiva il tuo tempo.

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E tu? Che ne pensi? Farai anche tu questo tipo di percorso? Hai in mente altre risorse che userai per trovare la tua parola dell’anno? 

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Io sono ancora al lavoro e l’anno prossimo ti dirò qual è la parola che ho trovato. Tu hai già trovato la tua? Ti aspetto nei commenti e buon anno nuovo!

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Affrontare gli imprevisti in 5 semplici mosse

Agenda

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Oggi vorrei condividere con voi un argomento che mi sta particolarmente a cuore e cioè come affrontare gli imprevisti.

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Essendo io un capricorno super schematico e organizzato, questa è per me una vera spina nel fianco. A me piace moltissimo organizzare, tenere tutto sotto controllo, stilare liste e compilare planner e agende. Mi piace quando le cose vanno secondo i miei piani perché mi fa stare tranquilla e mi permette di godermi le cose che accadono in serenità.

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È per questo che vado letteralmente nel panico quando si tratta di affrontare gli imprevisti. Che si tratti di un malanno non preventivato o un’alluvione, una richiesta di lavoro extra, un’occasione fortuita a cui non si può proprio riunciare, io non ce la faccio, vado in panico. Potrei dire che da quando sono mamma la situazione è cambiata ed è peggiorata, ma non è vero. Come andavo in panico prima vado in panico adesso, solo che gli imprevisti sono moltiplicati per due.

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Quindi come si fa ad affrontare gli imprevisti con la calma e la serenità dovuta?

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Ecco i miei 5 suggerimenti: 5 piccole strategie di sopravvivenza maturate negli anni.

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1. Fare un piano, ma farlo bene. Fare un piano è sempre una buona idea. Se poi sei una mamma freelance è addirittura imprescindibile. Quest’anno mi sono regalata il corso di planning di Gioia Gottini e per la prima volta già a settembre avevo il planning lavorativo completo per il 2019. Questo mi fa stare più tranquilla anche perché una delle cose che ho imparato da Gioia è quella di prevedere degli spazi per il self-care ma anche dei vuoti che poi saranno riempiti man mano dagli imprevisti che capiteranno, di qualsiasi natura essi siano. Quindi fare un piano nel modo giusto significa anche in un certo senso “prevedere gli imprevisti” e lasciarsi vie di fuga libere per poi poterli affrontare.

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2. Tenere un’agenda. Non saprei cosa fare senza la mia agenda (la mia è la classica Moleskine che vedi in foto). La porto con me dovunque ed è il mio punto di riferimento principale. È divisa in due metà: quella superiore in cui ci sono gli impegni di lavoro e quella inferiore con gli impegni familiari, malattie, spese da fare, viaggi etc. Dal calcolo dei giorni di antibiotico da fare alla bambina ai batching day per il blog, dal bilancio familiare mensile alle gite più o meno programmate, se non ho la mia agenda non riesco ad affrontare gli imprevisti che si infilano puntualmente tra una cosa e l’altra.

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3. Stilare delle liste. Questo lo sapete già. L’ho detto più volte. Per me la lista ha un potere salvifico. Se mi capita un imprevisto che manda all’aria i miei piani, individuare la soluzione e spacchettarla in piccole azioni da compiere per poterla ottenere, mi aiuta e mi tranquillizza.

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4. Abbandonare gli schemi. Questa è la cosa per me più difficile. Se ho in mente ciò che devo fare in un determinato mese, come debbono procedere le mie settimane, in quali fasce orarie della giornata voglio fare delle cose, il fatto che arrivi un imprevisto a buttare all’aria i miei piani mi sconvolge. Quindi ho imparato negli anni a lavorare negli orari più assurdi (d’estate ad esempio posso fare le foto per il blog o per il negozio anche di pomeriggio tardi e d’inverno la mattina presto), uscire in momenti impensati, riposare quando è possibile e questo significa abbandonare gli schemi, avere ben presenti le cose da fare e farle non appena se ne presenta la possibilità anche se sono le cinque del mattino.

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5. Non essere troppo severe con se stesse. E se poi non riesco a fare quello che avevo preventivato? Se poi l’imprevisto è davvero tale da far slittare i miei programmi? Ecco un’altra cosa che può esservi utile in questi casi: non essere troppo severe con voi stesse. Non vi colpevolizzate se la bambina è ammalata per l’ennesima volta e la casa sembra esplosa, se avete migliaia di panni da lavare, se i vostri capelli sembrano quelli di uno spaventapasseri, se avete un sonno tremendo e non riuscite a essere presenti come vorreste, se non siete riuscite a studiare e dovrete recuperare tutto la settimana prossima, se spostate un po’ i vostri impegni lavorativi. Datevi una pacca sulla spalla e andate avanti a testa alta, che gli imprevisti capitano a tutti, prima o poi.

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E voi? Anche voi andate in panico quando qualcosa sconvolge i vostri piani? Quali sono le vostre strategie di sopravvivenza per affrontare gli imprevisti? Lasciatemi un commento e ne parleremo insieme!

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