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“Le signore della linoleografia”: intervista a Lucia Locatelli

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Ciao crafters!

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Oggi, per la quarta puntata della consueta rubrica “Le signore della linoleografia”, sono davvero emozionata di poter ospitare Lucia Locatelli, che tutte conoscerete come fondatrice del consolidatissimo brand Impressioni. Lucia, milanese trapiantata nelle Marche, è una crafter e printmaker che intaglia stupendi timbri in gomma “nature inspired”. Il suo imprinting creativo è molto poetico e immediatamente riconoscibile. Il suo mondo è fatto di elementi naturali che seguono le stagioni e ci riportano alla bellezza delle piccole cose regalandoci atmosfere delicate e vintage. Ma lasciamo la parola a Lucia ed entriamo meglio nel suo universo artistico.

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Lucia Locatelli

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1. Ciao Lucia, sono onorata di averti qui. Puoi raccontarci com’è nato il tuo brand Impressioni?

Impressioni è il nome del mio secondo brand. Prima avevo un blog (ancora esistente ma inattivo) “La Gallina Rosita”, e mi occupavo di cucina, di ricette, di decorazione della tavola, cose molto distanti da quelle a cui mi dedico ora. Poi 3 anni fa ho scoperto la tecnica di incisione su gomma e me ne sono innamorata e nel momento in cui il mio vecchio nome non mi rappresentava più, complice la parola dell’anno che avevo scelto, “impressione”, è nato il mio re-branding.

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2. Nella tua biografia leggiamo che sei un’autodidatta ma da dove nasce la tua passione per l’incisione?

È successo per caso. Lo racconto sempre nei miei workshop, ho visto un video su YouTube in cui un’artista giapponese intagliava e sono rimasta talmente colpita che ho voluto provare. Ho intagliato una foglia che ancora conservo e da quel momento non ho più smesso.

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3. Quali sono i materiali che usi per le tue creazioni? Quale gomma da intaglio scegli? E quali sono i tuoi inchiostri preferiti?

In questi anni ho provato diversi tipi di gomma, partendo dalle Speedball rosa, alle giapponesi, per poi approdare alle due che prediligo. Non hanno marca. La prima è bianca, l’adoro e la uso per i corsi e per i miei prototipi. La seconda è bicolore (più facilmente lavabile) e la uso per intagliare i timbri che realizzo per gli altri. Gli inchiostri che prediligo sono i tamponi della Tsukineko: Versafine, Versacraft, Versacolor o Stazon a seconda dell’uso che devo farne.

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4. E riguardo alla tecnica dell’intaglio, chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Ho adorato da subito Geninne Zlatkis, il suo libro Making an Impression è stato il primo che ho acquistato. Mi piace molto Viktoria Astrom e il mondo naturale di Angie Lewin.

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5. Tu vivi nelle splendide Marche. La tua creatività è in qualche modo connessa con il tuo territorio?

Diciamo che ho la fortuna di vivere immersa nella natura, vicino al mare e vicino alle montagne. Ho un laboratorio e una casa con un panorama mozzafiato… quindi certo, la mia ispirazione arriva anche da questo.

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6. Natura a parte, quali sono le cose che ti ispirano di più e che ti fanno dire “sono pronta per creare qualcosa di nuovo”?

Gli stimoli arrivano da tanti fattori, sicuramente il web, le mie riviste preferite e tutto quello che mi circonda.

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Locatelli

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7. Gestire un brand, soprattutto quando è così ben riconoscibile come il tuo, non è solo creatività. Anzi. Ci sono una serie di aspetti prettamente commerciali ed economici che a volte possono essere scoraggianti. Tu come affronti questa componente del tuo lavoro?

Sono una pessima programmatrice e organizzatrice, sono troppo fatalista e vivo alla giornata, ma fortunatamente non ho un carattere ansioso (a parte quando nevica ;-), cerco di fare una cosa alla volta e quando non ci arrivo, cerco aiuto.

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8. Tu insegni alle persone la tecnica dell’incisione facendo workshop in tutta Italia. Che ne pensi di questa esperienza? L’insegnamento e il contatto con le persone che ti seguono ti soddisfa?

Credo sia tra le esperienze più belle, condividere e conoscere nuova gente mi arricchisce ogni volta.

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9. Sul tuo profilo Instagram vediamo spesso le immagini del tuo stupendo laboratorio. Puoi dirci che cosa rappresenta per te questo luogo speciale?

È il mio luogo di lavoro, è luminoso e realizzato con l’aiuto di Enrica di Paz Garden, è il posto dove passo la maggior parte delle ore della mia giornata e mi fa stare bene. 

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10. Che consiglio daresti a chi si è appassionato alla tecnica dell’incisione e che vuole iniziare a cimentarsi con questa forma d’arte?

Dico sempre che ci vogliono pazienza, precisione e passione, un po’ come per tutte le tecniche artistiche. Frequentare un corso può aiutare così come leggere un libro sull’argomento ma poi sta alla persona applicarsi e non demordere… cominciare dalle cose semplici è sempre utile perché ci fa dire: WOW ci sono riuscita anche io.

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Grazie mille a Lucia Locatelli per averci fatto entrare nel suo mondo artistico! Se ancora non lo fate, seguitela sul suo profilo Instagram e su Facebook ed entrate nel suo poetico negozio Etsy. E se avete voglia di iniziare a intagliare, seguite uno dei suoi workshop!

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Noi ci diamo appuntamento qui per la prossima intervista della rubrica “Le signore della linoleografia”!

 

 

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Timbri fai da te: stampare su due livelli in modo facile e divertente

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Ciao crafters!

Oggi torno a parlare di timbri fai da te e in particolar modo di una tecnica che mi sta molto a cuore perché mi piace tantissimo. Sto parlando dell’intaglio di timbri a più livelli.

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Chi viene dalla grafica sarà abituato a pensare alle immagini come un sovrapporsi di più livelli perché ormai l’uso quotidiano della suite Adobe ci ha insegnato a farlo. A chi invece ama intagliare timbri fai da te per uso privato o semplicemente per divertirsi, la progettazione di un timbro su più livelli potrebbe sembrare più complessa. Ma non vi scoraggiate! Non solo si può fare ma è anche divertente e i risultati sono decisamente sorprendenti.

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Possiamo arrivare a ottenere stampe con più livelli in due modi: per sottrazione o per addizione.

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Il primo metodo, decisamente il più nobile, lo usava addirittura Picasso nelle sue linoleografie e consiste nell’incavare a step uno stesso blocco (che sia di gomma o di linoleum) e poi stamparlo con diversi colori man mano che si vanno a sottrarre gli elementi che comporranno l’immagine finale. I tutorial della mia eroina Linda Cote sono davvero una miniera di informazioni per capire come funziona. L’unico inconveniente di questa tecnica è che il blocco che intaglieremo può essere usato per un numero limitato di stampe.

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Il secondo metodo è quello di cui vorrei parlarvi oggi e consiste nel fare esattamente l’opposto, cioè incavare lo stesso timbro più volte alternando i pieni e i vuoti per poi comporre una stampa a più colori. Un esempio chiaro di questa tecnica lo trovate nelle stampe di Andrea Lauren, che usa questa tecnica in modo superbo.

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Senza arrivare a un tale livello di complessità, possiamo dire che per usare questa tecnica ci vuole solo un piccolo sforzo mentale in più nella fase progettuale dei nostri timbri fai da te. Per farvi un’idea date un’occhiata qui.

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Facciamo un esempio pratico. Ecco gli step da seguire per ottenere una stampa su due livelli in modo facile e veloce.

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1. Disegnamo il timbro e ricalchiamo il disegno sulla carta velina.

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2. Giriamo la carta velina e ripassiamo il disegno con una pieghetta per la carta sulla gomma da intaglio non una ma due volte.

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3. Intagliamo il timbro due volte ma in maniera opposta. La prima volta la sgorbia passerà all’esterno del nostro disegno. La seconda volta andremo a incidere passando sopra al tratto del nostro disegno. Otterremo così la stessa figura in positivo e in negativo.

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4. Scegliamo due inchiostri per la stampa. Il primo sarà il colore di sfondo (possibilmente un dye ink chiaro) e il secondo quello del contorno (sarebbe meglio un pigment ink scuro).

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5. Stampiamo prima lo sfondo e lasciamolo asciugare. Poi stampiamo il contorno cercando di non generare un effetto “fuori registro” (che però in certi casi a me piace molto).

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Ecco fatto! I nostri timbri fai da te multilivello sono pronti!

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Lavando e facendo asciugare il timbro “pieno” possiamo stampare il nostro soggetto di tutti i colori che ci vengono in mente e, una volta che ci sentiremo sicuri di questa tecnica, la potremo applicare a praticamente qualsiasi idea ci venga in mente.

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Che ne dite? Vi è stato utile questo post? Volete visitare la mia pagina dei Timbri intagliati a mano? Se avete domande o dubbi non esitate a contattarmi! Noi ci ritroviamo qui per un altro appuntamento con la creatività.

 

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“Le signore della linoleografia”: intervista ad Agata Vitale

Ciao crafters! Sono davvero emozionata. Era da tanto che desideravo farlo e finalmente sono riuscita a inaugurare una rubrica che si intitolerà “Le signore della linoleografia”.

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In questo nuovo spazio intervisterò per voi le artiste che mi ispirano di più in materia di linoleografia, timbri intagliati a mano e dintorni. Entreremo nel loro mondo creativo, cercheremo di capire quale percorso le ha portate a scegliere questa tecnica e ci intrufoleremo nei loro studi per carpirne i segreti.

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Per iniziare, oggi in bottega sono contenta di poter ospitare Agata Vitale. Agata, siciliana di Catania, ha uno stile personalissimo, molto riconoscibile e profondamente legato alla sua terra. È una “linoleografa” pura e stampa le sue opere a mano ottenendo dei risultati dal forte impatto visivo. Ma diamo subito spazio alle sue parole e lasciamoci ispirare dalla sua esperienza!

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Agata Vitale

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1. Ciao Agata, sono davvero entusiasta di poterti intervistare. Puoi raccontarci com’è nata la tua passione per l’arte?

Grazie mille a te! Direi che la mia passione per l’arte è nata prima di me stessa. Appena sono stata in grado di tenere una matita in mano l’ho usata su qualsiasi superficie mi capitasse davanti compresi i muri di casa. A 5 anni ho ricevuto la mia prima macchina fotografica manuale e avevo già deciso il mio futuro percorso di studi: Istituto d’arte e Accademia di belle arti, e così è stato.

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2. Come ti sei avvicinata alla tecnica della linoleografia?

I primi approcci li ho avuti alle scuole superiori, poi all’Accademia ho sperimentato calcografia e xilografia, dopodiché ho dimenticato tutto per dedicarmi alla grafica e al disegno fino all’ottobre del 2016 quando ho sentito il bisogno di una tecnica di riproduzione seriale artigianale per i miei disegni e facendo varie ricerche ho avuto l’illuminazione. Mi sono ri-innamorata di questa tecnica e da quel momento mi ci sono dedicata anima e corpo.

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3. Quali sono i materiali che usi per le tue creazioni? Incidi il linoleum o usi la gomma da intaglio? E quali sono i tuoi inchiostri preferiti?

Generalmente uso il linoleum perché sono attenta anche a un discorso ecologico. Da poco sto sperimentando anche altri materiali che trovo nel negozio di pavimentazioni dove mi rifornisco come per esempio il PVC per pavimenti. Per quanto riguarda gli inchiostri la disponibilità nei negozi qui a Catania è molto limitata quindi volente o nolente mi sono adattata ad usare l’unica marca reperibile cioè i Charbonnel Aqua Wash con cui peraltro mi trovo abbastanza bene, infatti rimando sempre a fare un’ordine su Internet per provare marche diverse.

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4. Come scegli la carta che usi per le tue stampe? Hai una cartiera che prediligi?

La scelta della carta in realtà è frutto di una continua ricerca. Mi piace sperimentare, dalla carta dei mastri artigiani di Fabriano alla carta paglia, sono sempre alla scoperta e mi diverte molto anche quest’aspetto.

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5. Il tuo stile è riconoscibile al primo impatto ed è fortemente legato alla tua terra. Ti va di raccontarci il tuo rapporto con la Sicilia?

La amo. Per ogni siciliano – me compresa – il rapporto con la propria terra è viscerale: troppo ricca di colori, profumi e storia, dei quali ogni fibra del nostro corpo è impregnata. Il mare e l’Etna sono i principali punti di riferimento, come dei grandi genitori che oltre a nutrirti e coccolarti, ti tengono attaccata anche quando vorresti andartene perché purtroppo a tanta bellezza corrisponde altrettanta bruttezza per quello che riguarda la classe dirigente corrotta che ha sfruttato quest’isola solo per i propri sporchi interessi. Non è facile andarsene ma neanche rimanere.

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6. Chi sono gli artisti che ti ispirano di più?

Tantissimi. Briony Morrow-Cribbs, Ravi Zupa, Obey, tutta la street art, Escher, Henri Rousseau, Frida Kahlo, Hokusai e tutta la scuola giapponese, la xilografia medievale e alchemica, l’illustrazione botanica…

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7. E riguardo alla tecnica della linoleografia, chi sono i tuoi artisti di riferimento?

Mi sento in dovere di nominare Elizabeth Catlett e Shiko Munakata, adoro Barbara Hanrahan e amo tantissimo artisti contemporanei scoperti grazie al Web come Liv Rainey-Smith, Brian Reedy o Mazatl, e devo un grazie speciale a Victoria Astrom e Lili Arnold perché è stato quando mi sono imbattuta nei loro lavori che mi è venuta voglia di riprendere questa tecnica.

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8. Tu hai anche un negozio in cui proponi le tue opere e sappiamo che per un creativo confrontarsi con l’aspetto commerciale ed economico della propria professione può non essere semplice. Come ti rapporti a questo lato del tuo lavoro?

Come dici tu non è semplice. Ancora non ho un vero e proprio negozio fisico. Ho un negozio su Etsy e condivido da poco una bottega/laboratorio con altri artisti con cui ci stiamo organizzando. Per adesso però la maggiore fonte di soddisfazione economica avviene quando partecipo come venditrice/espositrice ad eventi all’aperto come buskers, festival di musica e cose del genere.

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9. Hai un laboratorio dove intagliare e stampare le tue opere? Quanto è importante per te il tuo spazio di lavoro?

Finora ho svolto tutto da casa che ho in parte occupato con la mia postazione. Il bello della linoleografia è che non richiede grossi ingombri quindi posso agevolmente fare tutto a casa.

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10. Che consiglio daresti a chi si è appassionato alla tecnica della linoleografia e che vuole iniziare a cimentarsi con questa forma d’arte?

Consiglio di lanciarsi e sperimentare a più non posso, esercitarsi per migliorare la tecnica e non mettere mai la mano davanti alla sgorbia!

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Grazie mille ad Agata per la sua disponibilità e per averci permesso di sbirciare in modo un po’ più approfondito nel suo mondo artistico e nel suo modo di esprimersi attraverso la linoleografia!

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Se ancora non lo fate, seguite il suo profilo Istagram e fate un giro nel suo negozio Etsy che è una miniera di opere bellissime e dal forte impatto visivo!

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Noi ci ritroviamo qui per una nuova intervista e un nuovo viaggio nel mondo delle signore della linoleografia!

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Timbri fai da te: breve guida alla scelta della carta

Scegliere la carta•••

Ciao crafters! Oggi nel mio blog si parla di timbri fai da te e scelta della carta.

La questione non è affatto scontata e ci sono una serie di variabili da prendere in considerazione quando si inizia a progettare l’incisione di un nuovo timbro in relazione alla carta sul quale lo stamperemo.

Abbiamo fatto una breve panoramica sulla scelta degli inchiostri ma, che siano dye o pigment o chalky ink, la resa dei nostri timbri dipende in buona misura dalla carta che useremo per i nostri progetti.

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Ci sono almeno due fattori che vanno presi in considerazione a priori: la grammatura della carta e la sua texture. Il peso della carta infatti determina in buona misura la riuscita di una stampa impressa a mano. Quanto più leggera sarà la carta che usiamo infatti tanto maggiore sarà la possibilità che l’inchiostro la penetri finendo per trapassarla. Quanto più la carta sarà texturizzata (ossia ruvida o tamburata ma non liscia) tanto maggiore sarà la possibilità che la nostra stampa non abbia contorni netti o campiture piene.

Questo che significa? Che prima di iniziare a progettare un nuovo timbro fai da te dovete pensare bene all’uso che ne farete e al mix di carta e inchiostro con il quale volete stamparlo.

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Se l’idea è quella di ottenere un timbro artistico, molto dettagliato e con una resa molto definita e simile a quella della stampa tipografica, allora useremo della carta bianca (al massimo avoriata), liscia, da non meno di 220 grammi, combinandola con un pigment ink come ad esempio il Versafine.

Se l’idea è invece quella di ottenere un’effetto non troppo definito ma rustico e caldo, allora potremo usare delle carte ruvide, con un peso anche intorno ai 170 g, combinandolo con inchiostri chalky o dye. Tutto cambia ovviamente se le carte ruvide sono scure perché a quel punto dovremo usare per forza degli inchiostri coprenti come i Versamagic.

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Le possibilità sono quindi tantissime e tutto dipende dalle finalità del vostro progetto. Se avete in mente di stampare un mini poster da incorniciare o un biglietto di auguri o la copertina di un quaderno, se avete in mente uno stile più netto e tipografico o più rustico e chalky… le combinazioni inchiostro-carta sono infinite. Quello che mi sento di consigliarvi però è di conservare sempre tutti i ritagli di carta che vi avanzano e di averli a disposizione per “testare” i vostri timbri fai da te una volta che avete finito di intagliarli per vedere “l’effetto che fa” prima di stampare il vostro progetto definitivamente.

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Una parentesi a parte la merita la scelta della carta da acquarello. Questa infatti è la carta più usata per accogliere i timbri fatti a mano poiché è resistente e l’inchiostro non la trapassa (cosa che invece accade con le veline o con le vellum), ma è anche perfetta se alle vostre stampe volete aggiungere dei tocchi di colore con le brush pen a base d’acqua o con gli acquarelli. Il problema è che la maggior parte delle volte è ruvida il che non rende giustizia ai dettagli dei timbri in gomma fatti a mano. Io mi trovo abbastanza bene con la Imagine della Canson da 200 grammi, che è quasi liscia, ma quel “quasi” molte volte mi fa propendere per la Fabriano multipaper da 300 grammi bianca e liscia che si avvicina di più alla mia idea “tipografica” di stampa.

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E voi? Quali sono le vostre esperienze? Quale carta usate di solito per stampare i vostri timbri fai da te? Lasciatemi un commento e alla prossima!

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Timbri fai da te: Memento vs Archival, Dye ink a confronto

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Ciao crafters! Oggi sul mio blog ritorno a parlare di tamponi di inchiostro per i timbri fai da te e in particolar modo vorrei mettere a confronto due dei miei Dye ink preferiti, gli Archival della Ranger e i Memento della Tsukineko.

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In inglese la parola “dye” significa letteralmente “tinta, colore” e il verbo “to dye” vuol dire “tingere”. In generale i Dye ink sono a base d’acqua e sono quindi idrosolubili. Per questa caratteristica si distinguono dai pigment ink che sono invece a base oleosa e quindi hanno bisogno di solventi per essere lavati via.

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Secondo questa definizione, i Dye ink per eccellenza quindi sono i Memento. Sono a base d’acqua, senza acidi e sono “fade resistant” il che vuol dire che non sbiadiscono. Inoltre hanno la capacità di asciugarsi in men che non si dica su tutti i tipi di carta (perché ovviamente stiamo parlando di inchiostri adatti ad essere usati solo su carta). Si trovano facilmente nella misura grande ma anche in “teardrop“, dei tamponcini piccoli che consentono di inchiostrare con diversi colori un timbro composito. Sono disponibili in una grande varietà di colori, anche se si tratta soprattutto di tonalità scure, e vanno via dai timbri fai da te con gran facilità, basta anche solo un po’ d’acqua tiepida. Ci sono solo due problemi relativi all’uso dei Memento: per prima cosa sono idrosolubili, il che significa che se volete colorare i vostri timbri in gomma fatti a mano ad esempio con una brush pen a base d’acqua o con degli acquarelli, i contorni della vostra stampa scoloriranno; seconda cosa, se li userete su una carta molto texturizzata, ad esempio quella da acquarello, il colore non sarà pieno (l’inchiostro dei Memento aderisce alla carta solo superficialmente), quindi sono perfetti per la carta liscia e bianca o al massimo avorio ma non sulle carte scure. Inoltre alcuni colori non si distribuiscono uniformemente sulla superficie del timbro ma “a grappolo” il che significa che se li usate per timbri in gomma pieni, non avrete comunque una resa uniforme e chiara della stampa anche se usate una carta liscia.

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Veniamo invece agli Archival. Anche questi sono Dye ink. Il loro tampone è in tela, quindi è asciutto, sono acid free e sono perfetti sulle carte chiare. La differenza con i Memento però è abissale. Innanzitutto gli Archival sono permanenti. È proprio per questo che si chiamano “Archival” perché sono progettati per resistere a lungo. In secondo luogo sono resistenti all’acqua il che significa che potete usarli con gli acquarelli, le brush pen a base d’acqua e gli altri inchiostri a base d’acqua e non scoloriranno. Hanno dei tempi di asciugatura molto lenti e la cosa curiosa è che quando imprimete i vostri timbri fai da te all’inizio vi sembrerà che la stampa non sia uniforme ma granulosa. Se date il tempo però all’inchiostro Archival di asciugarsi, otterrete uno splendido effetto “matte”, uniforme e bellissimo da vedere sulle carte lisce ma altrettanto soddisfacente sulle carte granulose. Anche gli Archival si trovano facilmente sia nei formati grandi che piccoli e la differenza con i memento la fa Wendy Vecchi, la designer della Ranger che ha progettato questi inchiostri e ha scelto le tonalità di colore in cui sono prodotti che sono stupende! Unico neo il fatto che una volta asciutti gli Archival hanno un odore non troppo piacevole (diciamo pure invadente) probabilmente dovuto alle sostanze che li rendono permanenti, e che una volta usati rimarranno attaccati alla superficie dei vostri timbri in gomma fai da te come delle cozze, quindi hanno bisogno di essere lavati via con dei solventi (non basta il sapone per le mani).

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Ho adoperato l’inchiostro Archival per preparare i Biglietti di Auguri collezione “Gingko Leaves”. Vieni a vedere!

Insomma, per i timbri fai da te “pieni” io preferisco in assoluto gli Archival. L’effetto è meraviglioso e i colori disponibili sono tantissimi. Ma resto affezionata ai miei Memento per i timbri “vuoti” e anche per il fatto che sono lavabili e non intaccano la superficie della gomma da intaglio.

Voi cosa ne pensate? Come vi trovate e quale Dye ink preferite? Se volete condividere con me la vostra esperienza lasciatemi un commento!

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Timbri fai da te: Speedball vs Dick Blick gomme a confronto

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Ciao crafters! Oggi torno sul blog con un nuovo articolo sui timbri fai da te.

Si dà il caso infatti che mia sorella sia stata in America per lavoro questa estate e mi abbia portato una discreta quantità di una delle gomme da intaglio più usate da chi produce timbri artistici con la tecnica della linoleografia.

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Sto parlando della famosa Ready cut, la gomma prodotta da Dick Blick, uno dei negozi d’arte più famosi e diffusi degli States. Io di solito per i miei timbri fai da te uso la Speedy carve della Speedball perché è quella con cui mi trovo meglio e anche perché si compra molto facilmente su Amazon (tra l’altro i prezzi ultimamente sono anche scesi) ma ero curiosissima di provare la Ready cut perché l’ho vista usare alle mie intagliatrici preferite tra cui Aftyn Shah, in arte Rise+Wander, che con questa gomma produce delle vere e proprie opere d’arte.

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Be’, le ho messe al confronto e… siete pronte per sapere cosa ne penso?

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Le due gomme sono diversissime tra loro. La Ready cut ha uno spessore di circa 5 millimetri e ha uno strato superficiale grigio (di circa un millimetro) appoggiato su un corpo bianco più sostanzioso.

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La Speedy carve invece è alta circa 7 millimetri, è morbida e ha un colore uniforme.

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La superficie della Ready cut è ruvida e piuttosto dura da incavare quando si preparano dei timbri fai da te ma soprattutto, quando si cerca di incidere dei dettagli molto piccoli, si sfalda producendo dei residui polverosi difficilissimi da eliminare. D’altra parte viene venduta in blocchi anche molto grandi (fino a 31×46 cm) cosa che consente di mettere in lavorazione dei veri e propri artwork.

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La Speedy carve invece quando la si intaglia non si sbriciola e non lascia residui. Si riesce a dettagliare l’immagine con incisioni piccolissime. E anche se essendo tutta dello stesso colore non aiuta a capire bene la profondità del solco lasciato dalla sgorbia, rimane in assoluto la mia preferita, non si batte.

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E voi che ne pensate? Avete mai provato la Ready cut per i vostri timbri fai da te? Raccontatemi la vostra esperienza e ci ritroviamo presto con un nuovo articolo sui timbri in gomma fai da te.

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Timbri fai da te: mini guida agli eraser stamp

Eccomi qui con un nuovo post sui timbri fai da te.

 

Abbiamo già esaminato insieme i vari tipi di gomma da intaglio che ho provato personalmente focalizzando l’attenzione sul fatto che non essendo prodotti in Italia questi materiali sono abbastanza costosi. Ma se volete realizzare dei timbri fai da te senza spendere troppo c’è un altro modo per iniziare, molto facile ed economico: gli eraser stamp. Molte artiste, illustratrici e designer infatti, come ad esempio la mitica Ishtar Olivera ma anche la già citata Gennine Zlatkis, utilizzano le gomme da cancellare per intagliare i propri timbri ottenendo dei risultati in alcuni casi straordinari.

 

La gomma da cancellare, soprattutto se non contiene Pvc, è un materiale fantastico da intagliare. Liscio, facilmente lavorabile e abbastanza alto da poter essere inciso senza rompersi. Ovviamente non sto parlando delle gomme pane, quelle per il disegno artistico, che sono troppo porose e si sfaldano subito se intagliate con le sgorbie.

 

L’unico inconveniente degli eraser stamp è la superficie che possiamo riservare all’intaglio, molto piccola rispetto a un qualunque blocco pensato specificamente per questo scopo. Bisogna progettare il disegno di partenza in modo diverso, pensandolo come una composizione di parti molto piccole che potremo incidere in varie gomme da cancellare, oppure riservare agli eraser stamp progetti differenti la cui realizzazione non richieda superfici molto ampie.

 

Io ho provato a intagliare due tipi di gomme da cancellare: le tedesche Staedtler 525 B e le danesi prodotte da Flying Tiger.

 

Il materiale delle tedesche è decisamente favoloso da lavorare, bianco, compatto, liscio. L’unico problema è che in molte varietà di gomme la Staedtler incide il marchio in superficie quindi occhio perché in questo caso sono impossibili da utilizzare!

 

Per quanto riguarda invece le gomme di Flying Tiger, sono in assoluto le mie preferite e ne ho sempre una scorta enorme a casa. Sono economiche ma la cosa che le rende uniche è la loro taglia. Rispetto alle normali gomme da cancellare che si trovano nelle cartolerie sono più grandi e quindi sono anche più semplici da lavorare e più facilmente adattabili ai vostri disegni e progetti. Siccome vengono vendute in imballi di carta che ne coprono buoni tre quarti, fate attenzione quando scegliete il lato da intagliare perché molte volte ne portano il segno e questo comprometterebbe la buona riuscita del timbro.

 

E voi? Avete già provato a intagliare degli eraser stamp? Raccontatemi le vostre esperienze e i vostri dubbi. Alla prossima!

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Timbri fai da te: guida alla scelta delle sgorbie

 

Bentrovate nel mio blog. Oggi vorrei condividere con voi un altro post sui timbri fai da te focalizzato sulla scelta degli attrezzi che si usano per intagliarli: le sgorbie.

 

Le più diffuse sono sicuramente quelle della Speedball. Sono abbastanza economiche (costano intorno ai 15 euro) e si trovano facilmente anche su Amazon.it. Nel manico ergonomico in plastica si nasconde uno scomparto che contiene cinque punte da intaglio di diverse misure e forme che si possono cambiare inserendole nella ghiera a seconda della fase di lavoro che state affrontando mentre intagliate i vostri timbri fai da te.

 

Il set di sgorbie che invece tutte le crafters che intagliano timbri fai da te (ma anche e a maggior ragione sul linoleum) desiderano è il set C della Pfail. Questo set di sei sgorbie è prodotto in Svizzera. Ognuna di esse ha un manico ergonomico in legno e punte di diversa forma e grandezza a seconda della necessità. La loro precisione è leggendaria e il loro prezzo è decisamente un investimento poiché costano intorno ai 120 euro e non potete comprarle su Amazon.it. Insomma sono un set deluxe, un prodotto top che usano le più grandi intagliatrici, da Viktoria Astrom a Linda Cote.

 

La teoria di base però è sempre la stessa. Le punte delle sgorbie si dividono in due macrocategorie: le cosiddette U gouges, o punte a U, che servono per eliminare le aree più grosse della gomma e le V gouges, o punte a V, che servono per intagliare invece i dettagli e i contorni dei vostri timbri in gomma.

Se prendiamo ad esempio le sgorbie della Speedball, nel set che viene usato più comunemente, ci sono come vi dicevo cinque punte.

 

Con la punta numero 1, la V gouge più piccola, si affronta la prima parte del lavoro intagliando i contorni della figura.

 

Con la punta numero 2, anch’essa una V gouge, si ripassano i contorni già intagliati per renderli più definiti.

 

Con la punta numero 5, l’unica U gouge presente in questo set, si eliminano le aree più grossolane della gomma.

E il gioco è fatto.

 

Le due restanti punte sono la numero 3, una V gouge piuttosto grossa che io non uso volentieri, e la punta a coltello che, se intagliate il linoleum può essere utile per le rifiniture.

L’unica cosa un po’ noiosa è che se possedete una sola sgorbia dovete cambiare spesso le punte in base alla fase di lavoro in cui vi trovate ma essendo molto economica potete decidere di comprarne più d’una e lasciarle montate con le punte che usate di più.

Il punto di forza invece di questo set della Speedball è che potete anche comprare solo le punte quando si saranno sfilate mentre le sgorbie della Pfeil, o similari, vanno rifilate a mano.

Spero di esservi stata utile con questo post sulla scelta delle sgorbie per i vostri timbri fai da te!

Se avete esperienze diverse dalla mia lasciatele nei commenti, non vedo l’ora di confrontarmi con voi!

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Timbri fai da te: guida alla scelta della gomma

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Ciao a tutte! Bentornate nello spazio del mio blog dedicato ai timbri fai da te.

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Oggi vorrei fornirvi qualche consiglio pratico sui materiali e ho pensato di creare una piccola guida alla scelta della gomma da intaglio.

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Purtroppo, mettetevi l’anima in pace, procurarsela non è semplice e soprattutto non è economico. La gomma da intaglio non si produce nel nostro Paese poiché mentre negli Stati Uniti questa tecnica è piuttosto diffusa, in Italia è arrivata da poco e trovare i materiali per dei timbri fai da te è ancora difficile e soprattutto costoso.

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La gomma da intaglio va ordinata all’estero. Io la compro su Amazon.it e su Etsy.

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Su Amazon.it si trova facilmente la Speedy carve, una gomma da intaglio rosa fabbricata dalla Speedball, brand americano di prodotti d’arte nato nel New Jersey nel 1899, che ha il vantaggio di essere molto morbida e facilmente lavorabile. Purtroppo però ha un prezzo davvero poco competitivo visto che un blocco 7,6×10,2 cm costa 7 euro.

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Su Amazon.it altrettanto facilmente si trova anche la Moo Carve, della Ntct Inc, azienda coreana, che però ha anch’essa il suo bel costo. Per 9 euro circa si ha un blocchetto bianco di circa 10×15 cm. La gomma è molto più dura e la superficie da intagliare non è liscia.

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Decisamente più economica è la gomma da intaglio della ditta inglese Essdee. Si chiama Mastercut e due blocchi 30×20 cm costano su Amazon.it circa 10 euro. Peccato però che questa gomma sia molto sottile, solo 4 mm, e sia praticamente impossibile da intagliare. La superficie è ruvida, si sgrana quando viene lavorata con le sgorbie, i dettagli vanno quasi del tutto persi. Probabilmente può essere usata con il cutter solo per incidere forme piene e poco dettagliate.

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Se passiamo a Etsy poi, a farla da padroni per la rivendita della gomma per i timbri fai da te sono gli orientali. I prezzi sono comunque molto alti, bisogna anche pagare delle spese di spedizione molto onerose rispetto al costo della gomma, e ci vuole molto tempo per la consegna (circa un mese).

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La gomma orientale comprata su Etsy può essere bianca o colorata e viene venduta o in blocchi 10×15 o 5×5. A causa del lungo viaggio che deve affrontare, l’imballo che l’avvolge può lasciare dei segni sulla sua superficie. Questi segni si vedono quando si stampano i timbri fai da te e sono brutti davvero. La gomma orientale è molto dura rispetto alla Speedycarve, è difficile da intagliare con le sgorbie ma è di sicuro meglio della Essdee. Se siete principianti, non iniziate con questa, vi scoraggereste immediatamente.

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La gomma migliore che io abbia usato però è americana e l’ho comprata su Amazon.com. Ha il caratteristico aspetto a “sandwich”. Lo strato centrale è bianco e i due strati esterni più sottili sono colorati. Questo consente di avere immediatamente la sensazione di come risulterà la vostra incisione una volta finita e vi dà la possibilità di correggervi mentre state lavorando se qualcosa non vi convince… Purtroppo anche questa costa molto e i tempi di spedizione sono lunghissimi.

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Se poi avete la fortuna di andare in America di persona, o che qualcuno (amici o parenti che siano) che conoscete ci vada per voi, potete in un qualsiasi Dick Blick store (catena di negozi d’arte statunitense) acquistare la famosissima Readycut che è una gomma da intaglio a due strati molto usata dalle intagliatrici più famose. Se volete saperne di più ve ne parlo qui.

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Per adesso resto dell’opinione che se si ha intenzione di realizzare dei timbri fai da te, lo Speedycarve rimane il materiale migliore per imparare a usare le sgorbie. Poi, una volta presa confidenza con la tecnica, potrete agevolmente passare alle altre gomme, più dure e quindi più difficili da lavorare per ottenere i dettagli che avete in mente.

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Spero di essere stata abbastanza esauriente e che le mie esperienze vi possano essere utili.

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Aspetto i vostri commenti e i vostri dubbi. E se avete provato qualche altro tipo di gomma da intaglio con risultati migliori, fatemi sapere!

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Intagliare la gomma: una romantica premessa

Intagliare la gommaE quindi quando sono rimasta senza lavoro sono piombata in un mondo fatto completamente di me e mia figlia messe insieme. Tutto è coinciso con l’estate, l’asilo era finito e avevamo davanti due mesi interi tutti per noi. Ho preso armi e bagagli e ci siamo trasferite in un incantato paese di montagna, nella casa che era stata di mia nonna. Non siamo mai rimaste davvero sole, mia mamma è venuta per molto tempo a farci compagnia, si è alternata con mia sorella e poi con il mio compagno. Insomma io pensavo a lei e loro pensavano a me. Uno dei periodi più belli della mia vita, direi, nonostante le preoccupazioni per un futuro incerto mi tormentassero.

Avevo qualche tempo per me, per leggere, pianificare il futuro e guardare il mondo fuori su Internet, solo la sera, dopo che la bambina era andata a dormire. Studiavo già accanitamente con l’idea di mettermi in proprio: business plan, personal branding, piani editoriali, piani di produzione… Fattore mamma, NetworkMamas, C+B, navigavo instancabilmente in Rete alla ricerca di risorse utili al mio nuovo lavoro. Durante le mie peregrinazioni online sono, non mi ricordo nemmeno come, incappata in questo  video  in cui Gennine Zlatkis, una delle mie illustratrici preferite, intaglia un blocco di gomma per trasformarlo in un timbro che ritrae una piuma.

 

È un video in tempo reale, dura tantissimo, non ci sono doppie velocità, solo le mani di questa donna che vive nel New Mexico che pian piano si dedica ad intagliare la gomma con il sottofondo di una chitarra che la accompagna. Il video mi fece innamorare all’istante. Dovevo provare anch’io.

 

Era da così tanto tempo che non facevo qualcosa con le mani che mi sembrava di non ricordare più come si usassero. Non disegnavo da almeno quindici anni, se non venti. Eppure quel video aveva fatto scattare in me qualcosa, mi aveva riportato indietro a una passione che aveva caratterizzato il mio mondo fin da quando ero bambina: il disegno.

 

Certo in ufficio mi occupavo di grafica editoriale, ricerche iconografiche, usavo Photoshop tutti i giorni, ma non era la stessa cosa. Desideravo per la prima volta dopo il parto ritrovare una voce mia che potesse esprimersi accompagnando quella di mia figlia. Desideravo imparare a intagliare la gomma. E così, eccomi alle prese con una serie di problemi tecnici da risolvere. Dove trovare la gomma da intaglio? Quali sgorbie scegliere? Quale inchiostro? Su quale carta timbrare per ottenere l’effetto desiderato?

 

 

Ho iniziato a sperimentare a volte infilandomi in vicoli ciechi altre volte imbroccando la strada che per me era la migliore e provando e riprovando la mia creatività è rifiorita come quando si dà il concime a una piantina messa a riposo per tanto tempo. Adesso non saprei più fare a meno di dedicare delle ore della giornata a questa attività che trovo meravigliosa. Le idee si moltiplicano giorno per giorno e tutto ciò che mi circonda mi è di ispirazione per trovarne di nuove. Ovviamente, come per ogni cosa, ho tanto ancora da imparare e sperimentare e non mi fermerei mai.

 

Nei prossimi mesi vi terrò aggiornate con una serie di post su come intagliare la gomma per ottenere dei timbri da disegni originali direttamente dalla mia bottega così potremo confrontarci e scambiarci dubbi ed esperienze.

 

A presto!