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Timbri fai da te: breve guida alla scelta della carta

Scegliere la carta•••

Ciao crafters! Oggi nel mio blog si parla di timbri fai da te e scelta della carta.

La questione non è affatto scontata e ci sono una serie di variabili da prendere in considerazione quando si inizia a progettare l’incisione di un nuovo timbro in relazione alla carta sul quale lo stamperemo.

Abbiamo fatto una breve panoramica sulla scelta degli inchiostri ma, che siano dye o pigment o chalky ink, la resa dei nostri timbri dipende in buona misura dalla carta che useremo per i nostri progetti.

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Ci sono almeno due fattori che vanno presi in considerazione a priori: la grammatura della carta e la sua texture. Il peso della carta infatti determina in buona misura la riuscita di una stampa impressa a mano. Quanto più leggera sarà la carta che usiamo infatti tanto maggiore sarà la possibilità che l’inchiostro la penetri finendo per trapassarla. Quanto più la carta sarà texturizzata (ossia ruvida o tamburata ma non liscia) tanto maggiore sarà la possibilità che la nostra stampa non abbia contorni netti o campiture piene.

Questo che significa? Che prima di iniziare a progettare un nuovo timbro fai da te dovete pensare bene all’uso che ne farete e al mix di carta e inchiostro con il quale volete stamparlo.

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Se l’idea è quella di ottenere un timbro artistico, molto dettagliato e con una resa molto definita e simile a quella della stampa tipografica, allora useremo della carta bianca (al massimo avoriata), liscia, da non meno di 220 grammi, combinandola con un pigment ink come ad esempio il Versafine.

Se l’idea è invece quella di ottenere un’effetto non troppo definito ma rustico e caldo, allora potremo usare delle carte ruvide, con un peso anche intorno ai 170 g, combinandolo con inchiostri chalky o dye. Tutto cambia ovviamente se le carte ruvide sono scure perché a quel punto dovremo usare per forza degli inchiostri coprenti come i Versamagic.

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Le possibilità sono quindi tantissime e tutto dipende dalle finalità del vostro progetto. Se avete in mente di stampare un mini poster da incorniciare o un biglietto di auguri o la copertina di un quaderno, se avete in mente uno stile più netto e tipografico o più rustico e chalky… le combinazioni inchiostro-carta sono infinite. Quello che mi sento di consigliarvi però è di conservare sempre tutti i ritagli di carta che vi avanzano e di averli a disposizione per “testare” i vostri timbri fai da te una volta che avete finito di intagliarli per vedere “l’effetto che fa” prima di stampare il vostro progetto definitivamente.

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Una parentesi a parte la merita la scelta della carta da acquarello. Questa infatti è la carta più usata per accogliere i timbri fatti a mano poiché è resistente e l’inchiostro non la trapassa (cosa che invece accade con le veline o con le vellum), ma è anche perfetta se alle vostre stampe volete aggiungere dei tocchi di colore con le brush pen a base d’acqua o con gli acquarelli. Il problema è che la maggior parte delle volte è ruvida il che non rende giustizia ai dettagli dei timbri in gomma fatti a mano. Io mi trovo abbastanza bene con la Imagine della Canson da 200 grammi, che è quasi liscia, ma quel “quasi” molte volte mi fa propendere per la Fabriano multipaper da 300 grammi bianca e liscia che si avvicina di più alla mia idea “tipografica” di stampa.

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E voi? Quali sono le vostre esperienze? Quale carta usate di solito per stampare i vostri timbri fai da te? Lasciatemi un commento e alla prossima!

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Timbri fai da te: Memento vs Archival, Dye ink a confronto

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Ciao crafters! Oggi sul mio blog ritorno a parlare di tamponi di inchiostro per i timbri fai da te e in particolar modo vorrei mettere a confronto due dei miei Dye ink preferiti, gli Archival della Ranger e i Memento della Tsukineko.

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In inglese la parola “dye” significa letteralmente “tinta, colore” e il verbo “to dye” vuol dire “tingere”. In generale i Dye ink sono a base d’acqua e sono quindi idrosolubili. Per questa caratteristica si distinguono dai pigment ink che sono invece a base oleosa e quindi hanno bisogno di solventi per essere lavati via.

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Secondo questa definizione, i Dye ink per eccellenza quindi sono i Memento. Sono a base d’acqua, senza acidi e sono “fade resistant” il che vuol dire che non sbiadiscono. Inoltre hanno la capacità di asciugarsi in men che non si dica su tutti i tipi di carta (perché ovviamente stiamo parlando di inchiostri adatti ad essere usati solo su carta). Si trovano facilmente nella misura grande ma anche in “teardrop“, dei tamponcini piccoli che consentono di inchiostrare con diversi colori un timbro composito. Sono disponibili in una grande varietà di colori, anche se si tratta soprattutto di tonalità scure, e vanno via dai timbri fai da te con gran facilità, basta anche solo un po’ d’acqua tiepida. Ci sono solo due problemi relativi all’uso dei Memento: per prima cosa sono idrosolubili, il che significa che se volete colorare i vostri timbri in gomma fatti a mano ad esempio con una brush pen a base d’acqua o con degli acquarelli, i contorni della vostra stampa scoloriranno; seconda cosa, se li userete su una carta molto texturizzata, ad esempio quella da acquarello, il colore non sarà pieno (l’inchiostro dei Memento aderisce alla carta solo superficialmente), quindi sono perfetti per la carta liscia e bianca o al massimo avorio ma non sulle carte scure. Inoltre alcuni colori non si distribuiscono uniformemente sulla superficie del timbro ma “a grappolo” il che significa che se li usate per timbri in gomma pieni, non avrete comunque una resa uniforme e chiara della stampa anche se usate una carta liscia.

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Veniamo invece agli Archival. Anche questi sono Dye ink. Il loro tampone è in tela, quindi è asciutto, sono acid free e sono perfetti sulle carte chiare. La differenza con i Memento però è abissale. Innanzitutto gli Archival sono permanenti. È proprio per questo che si chiamano “Archival” perché sono progettati per resistere a lungo. In secondo luogo sono resistenti all’acqua il che significa che potete usarli con gli acquarelli, le brush pen a base d’acqua e gli altri inchiostri a base d’acqua e non scoloriranno. Hanno dei tempi di asciugatura molto lenti e la cosa curiosa è che quando imprimete i vostri timbri fai da te all’inizio vi sembrerà che la stampa non sia uniforme ma granulosa. Se date il tempo però all’inchiostro Archival di asciugarsi, otterrete uno splendido effetto “matte”, uniforme e bellissimo da vedere sulle carte lisce ma altrettanto soddisfacente sulle carte granulose. Anche gli Archival si trovano facilmente sia nei formati grandi che piccoli e la differenza con i memento la fa Wendy Vecchi, la designer della Ranger che ha progettato questi inchiostri e ha scelto le tonalità di colore in cui sono prodotti che sono stupende! Unico neo il fatto che una volta asciutti gli Archival hanno un odore non troppo piacevole (diciamo pure invadente) probabilmente dovuto alle sostanze che li rendono permanenti, e che una volta usati rimarranno attaccati alla superficie dei vostri timbri in gomma fai da te come delle cozze, quindi hanno bisogno di essere lavati via con dei solventi (non basta il sapone per le mani).

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Ho adoperato l’inchiostro Archival per preparare i Biglietti di Auguri collezione “Gingko Leaves”. Vieni a vedere!

Insomma, per i timbri fai da te “pieni” io preferisco in assoluto gli Archival. L’effetto è meraviglioso e i colori disponibili sono tantissimi. Ma resto affezionata ai miei Memento per i timbri “vuoti” e anche per il fatto che sono lavabili e non intaccano la superficie della gomma da intaglio.

Voi cosa ne pensate? Come vi trovate e quale Dye ink preferite? Se volete condividere con me la vostra esperienza lasciatemi un commento!

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Timbri fai da te: Versafine vs Memento, inchiostri neri a confronto

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Ciao crafters! Questo è il primo post di una serie dedicata alla scelta degli inchiostri da usare con i timbri fai da te. Ho iniziato con gli inchiostri neri perché il nero è un colore fondamentale e che useremo sempre sia per le scritte che per gli ornamenti, sia per le figure piene che per quelle scontornate, sia sulle carte lisce che su quelle ruvide, insomma è un evergreen.

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La scelta del nero non è così facile come sembra e cambia in base a molte variabili: l’effetto che vogliamo ottenere, i tempi di asciugatura della stampa, la carta che usiamo, il tipo di lavorazione che abbiamo in mente quando progettiamo di incavare dei timbri fai da te.

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Possiamo dire che gli inchiostri si dividono in due principali categorie: i Dye ink e i Pigment ink. I primi sono a base d’acqua e hanno un’asciugatura molto rapida mentre i secondi sono a base oleosa e non sono solubili con l’acqua. Io ho messo a confronto due degli inchiostri neri che preferisco: Memento e Versafine. Entrambi si trovano facilmente su Amazon sia nelle taglie normali che nei cosiddetti teardrop, tamponi più piccoli e maneggevoli (che io preferisco) che consentono di distribuire l’inchiostro anche nei punti più difficili con un maggior controllo.

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Già a partire dalla consistenza del tampone di inchiostro si può percepire la differenza tra Dye e Pigment ink. Se osservate il tampone dell’inchiostro nero Memento, vi accorgerete che è asciutto e che assomiglia a una stoffa. Quando tamponate il vostro timbro l’inchiostro non si stende uniformemente e il nero non è profondo. Dopo che avrete stampato vi basterà sciacquare il vostro timbro con l’acqua e vi accorgerete che la gomma rimarrà pulita. Essendo il Memento un inchiostro a base d’acqua non potrete colorare le figure stampate con gli acquarelli né con brush pen a base d’acqua. L’incredibile qualità degli inchiostri Memento e in generale dei Dye ink però è che asciugano in un lampo, specialmente sulla carta liscia opaca, e il loro effetto non è assolutamente da sottovalutare. Purtroppo se li usate invece su della carta texturizzata, a partire dalla carta per acquarello fino ad arrivare a quella da scrapbooking, i dettagli dei vostri timbri fai da te si perderanno inevitabilmente, e otterrete un effetto “chalky” che non sempre è quello che avete in mente.

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Il tampone dei Pingment ink invece è spugnoso e ricco di inchiostro. Il nero è profondo ed ha una consistenza oleosa. Io uso il Versafine perché lo trovo molto ricco e intenso. Quando tamponate i vostri timbri fai da te con questo inchiostro la superficie viene ricoperta in modo uniforme da uno strato di inchiostro denso. La stampa risulterà piena e vivida e tutti i dettagli (errori eventuali compresi) del vostro intaglio saranno ben visibili. Sulla carta liscia è il massimo e sulla carta texturizzata, compresa quella da acquarello, l’effetto è buono. L’unico problema è che questo tipo di inchiostro non verrà mai eliminato del tutto dalla plastica del vostro timbro anche se lo lavate accuratamente con acqua e sapone. Col passare del tempo i residui del Versafine intaccano la superficie dei timbri in gomma intagliati a mano e li rendono appiccicosi, li rovinano. Quindi abbiate in mente che se usate un Pigment ink dopo un certo numero di stampe e dopo un certo tempo dovrete buttare la matrice e intagliarla di nuovo. I tempi di asciugatura del Versafine sono più lenti rispetto al Memento ma comunque molto veloci (stiamo parlando di minuti e non di ore) e il nero è perfetto per i timbri “vuoti” ma anche con i pieni ha una resa favolosa. Guardate ad esempio le opere d’arte che intaglia Viktoria Astrom e ditemi se l’effetto del Versafine non è favoloso sulla carta liscia!

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Insomma avrete capito che tra Dye e Pigment ink, per quel che riguarda gli inchiostri neri, io sono assolutamente a favore del secondo. Voi cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza? Avete altri inchiostri neri tra i vostri preferiti? Lasciatemi un commento e alla prossima!

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