Tag: creatività
Il taccuino delle intuizioni brillanti
•••
Hai presente quel momento in cui riesci a focalizzare l’idea geniale che non ti aspettavi?
•••
L’istante preciso in cui ti sembra che finalmente i pezzi del puzzle combacino e hai chiara la visione di quello che farai?
•••
Che tu sia una scrittrice in cerca della trama perfetta o una chef che lavora da mesi su una ricetta per renderla unica. Che tu sia una fioraia che si lambicca su un nuovo modo di legare insieme i fiori per ottenere un bouquet che nessuno ha mai visto prima o una sarta che medita su una nuova cucitura per tenere insieme un vestito. Sì, insomma, qualunque sia la tua principale attività, arriva un momento in cui nella notte più buia, un raggio di luna piena illumina la tua idea e la fa brillare di luce propria.
•••
In quell’istante ti sembra tutto chiaro. Già ti vedi tutta in tiro ospite da Fazio con in mano il tuo romanzo che ha venduto diecimila copie o in copertina su Gambero-Rosso che mostri soddisfatta il tuo favoloso piatto segreto. Già esulti perché il tuo bouquet rivoluzionario è diventato un trend copiato in tutta Europa o perché la principessa Kate ha indossato il tuo vestito a una serata di gala dopo averlo visto esposto nella vetrina della tua sartoria artigianale nel suo ultimo viaggio in Italia…
•••
Poi la luna tramonta, il raggio miracoloso svanisce e la tua intuizione brillante torna al buio.
•••
È in questi momenti che a me sale lo sconforto per non aver fissato da qualche parte, anche solo in forma di appunto, quello che mi era venuto in mente e che avrebbe cambiato le sorti di ciò che adoro di più fare.
•••
Una volta, in un negozietto minuscolo e dimenticato, ho trovato quello che mi serviva e che uso sempre in questi casi. È il mio taccuino delle intuizioni brillanti. Un mini quaderno con in copertina dei panda che ha in ogni pagina in alto uno spazio per la data e il titolo e sotto delle semplici righe. Un banalissimo taccuino trovato per caso che si è trasformato nel mio più fidato compagno di avventure.
•••
In questo taccuino delle intuizioni brillanti, ogni volta che mi viene un’idea, annoto la data, il titolo della mia illuminazione geniale e scrivo giusto qualche riga che ne spiega il contenuto poi lo dimentico per qualche tempo. Quando l’idea ha fermentato abbastanza, tiro fuori il mio taccuino e, partendo da quello che ho scritto, inizio a lavorare per capire se posso trasformare quell’intuizione momentanea in qualcosa di più strutturato e realizzabile fino a renderla una realtà tangibile e concreta.
•••
Sembrerà banale ma io credo che fissare sulla carta le idee sia il primo passo verso la loro realizzazione. Se poi ti rendi conto con uno studio di fattibilità che quella cosa che ti era sembrata geniale magari non lo è, questo non importa. L’importante è aver ascoltato la tua voce interiore, quella che è sempre al lavoro per innovare, stupire e creare al di là di ogni aspettativa.
•••
E tu? Hai anche tu un taccuino delle intuizioni brillanti? Quando ti senti più creativa come fai a fissare le tue idee senza lasciarle andare? Scrivilo nei commenti!
•••
Un quaderno per la self-awareness d’autunno
•••
Una delle cose di cui sono pienamente convinta è che il periodo autunnale inviti al raccoglimento e alla riflessione.
•••
Puoi usare questo tempo ovattato e sospeso tra l’esplosione estiva e il torpore invernale, per riflettere su te stessa e fare della sana self-awareness.
•••
Letteralmente questa parola si può tradurre come “autocoscienza” e nella nostra cultura ha un valore molto profondo, legato alle pratiche del femminismo e al pensiero della differenza.
•••
Dal mio tavolo di lavoro, in bottega, però, quella che vorrei consigliarti oggi è una piccola pratica quotidiana di riflessione e di riconnessione con te stessa. Un piccolo percorso che ti consenta di ritrovare la fiducia perduta e superare ciò che ti blocca.
•••
Credo che tutte abbiamo delle zone d’ombra nelle quali releghiamo le cose che ci fanno più paura e ci rendono insicure. Non è facile illuminare questa parte di te e dare un nome a quello che ti spaventa. Però puoi provare intanto a fare qualche passo in questa direzione confortata dallo scrocchiare delle foglie gialle sotto le scarpe, da una sciarpa calda avvolta intorno al collo e dal profumo di una tisana rilassante.
•••
Uno dei mezzi che può aiutarti a fare self-awareness è senz’altro il quaderno (vedi i quaderni de LaTuaMomis).
•••
Un quaderno è un luogo dell’anima, un rifugio sicuro, una stanza segreta. Una poltrona che accoglie i tuoi pensieri senza giudicarti. Puoi scriverci di tutto. Dalle cose più profonde ai segreti più inconfessabili ai pensieri più futili. E quando le parole si materializzano tra le sue righe sei un pochino più libera, hai fatto un piccolo passo in più verso te stessa. O almeno così funziona per me.
•••
Ogni giorno ritagliati dieci minuti (dieci minuti non sono un granché nell’arco di una giornata intera) per startene da sola con il tuo quaderno e fai di questi dieci minuti quello che più desideri. Sei libera di scrivere tutto quello che ti viene in mente o di non scrivere assolutamente nulla.
•••
La sensazione confortante di aver dedicato del tempo alle tue parole e a te stessa secondo me è il più grande atto di self-awareness che esista. Il primo piccolo passo verso l’autocoscienza.
•••
E tu che ne pensi? Anche tu hai il tuo quaderno della self-awareness? O hai altri modi per prendere coscienza delle tue paure e iniziare a superarle?
•••
Scrivilo nei commenti e ne parleremo insieme.
•
Rispettare la natura nel proprio lavoro: un impegno sostenibile
•••
Eccoci per un nuovo appuntamento nel diario de LaTuaMomis.
•••
Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che riguarda la mia quotidianità. La domanda è questa: è possibile rispettare la natura nel proprio lavoro? Per me è un impegno di assoluta preminenza. E mi sono resa conto nel tempo che è anche sostenibile.
•••
Quando ho iniziato a lavorare nella mia bottega e a progettare i miei prodotti, usavo carte di ogni provenienza e marca. Mi facevo guidare dai colori e dalle consistenze e non badavo alla sostanza. Poi ci ho pensato su e mi sono resa conto che dovevo fare qualcosa perché il mio lavoro rispettasse la natura dalla quale così spesso prendo ispirazione.
•••
•••
È così che è iniziata una lunga fase di ricerca che mi ha portato a eliminare non solo le carte fatte in cellulosa ma anche quelle FSC (provenienti da foreste gestite in maniera consapevole) per sostituirle con carte interamente riciclate.
•••
Sono stata fortunata a trovare sul mio cammino una fonte inesauribile di carte splendide che è la Carta in Dispensa e mi sono innamorata di quelle prodotte dagli scarti delle lavorazioni agroindustriali. Ho scoperto che la Fabriano produce una carta da disegno riciclata che ha un punto di bianco favoloso e la consistenza giusta per accogliere gli inchiostri. Ho capito che prodotti di qualità si possono ottenere anche se le carte che usiamo non sono in cotone o sbiancate industrialmente.
•••
Ma non mi bastava. Ho deciso di sostituire gli inchiostri per la stampa a base chimica con quelli a base d’acqua. L’effetto che si ottiene è comunque molto suggestivo e di lunga durata. E invece di comprare filati per rilegare di varia natura, ho scelto di usare quelli in canapa.
•••
•••
Quanto di più mi costa produrre in maniera ecosostenibile rispetto a prima? Poco di più. Quindi i prezzi dei prodotti sono comunque essenzialmente gli stessi e io sono orgogliosa di essermi impegnata a difendere l’ambiente pur nel mio piccolo.
•••
E voi? Cosa fate per sostenere la natura nel vostro lavoro e nel vostro quotidiano? Scrivetelo nei commenti! Io nel frattempo vi aspetto in bottega!
•••
Creatività quotidiana: un toccasana per lo spirito
•••
Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore. Si tratta di quella che io chiamo la creatività quotiana ed è una pratica che, a mio parere, fa bene allo spirito e anche al corpo.
•••
Tempo fa mi è stato regalato un libro bellissimo che si intitola Draw every day, draw every way (che più o meno significa “disegna ogni giorno, disegna in qualunque modo”) dell’illustratrice Jennifer Orkin Lewis. In pratica Jennifer sostiene che se si disegna ogni giorno sperimentando tecniche diverse per un tempo stabilito, che possono essere 30 minuti come un’ora, la creatività si sblocca, fiorisce e ci aiuta a trovare un nostro stile. Il libro quindi è una sorta di enorme sketchbook in cui l’autrice ci guida in un percorso attraverso tecniche e spunti differenti per ritrovare la nostra espressività.
•••
Se devo dire la verità non sono riuscita ad usarlo. Il libro è talmente bello che mi intimidiva disegnare direttamente su quelle pagine e l’ho lasciato da parte per un po’. Il concetto però di riservare al disegno un certo tempo ogni giorno continuava a frullarmi nella testa perché mi aveva incuriosito. E così ho deciso di provare.
•••
Solitamente preparo degli sketchbook per venderli nel mio shop e sono tutti realizzati a mano in carta da disegno riciclata. Poi ho deciso, per una volta, di realizzare uno sketchbook per me stessa. Eccolo qui.
•••
•••
Mi sono scelta la mia carta preferita per la cover (una Favini riciclata color mandorla che adoro) e per gli interni ho usato una Strathmore toned tan che per inchiostrare è la fine del mondo. E quando era pronto ho iniziato a disegnare almeno mezz’ora al giorno. Non ho paura di sbagliare perché questo sketchbook l’ho fatto io e posso eliminare pagine e aggiungerle senza problemi solo scucendolo. Questo pensiero mi ha sbloccata e non ero più intimidita dalla pagina vuota.
•••
Ecco, adesso posso dire che la mia dose di creatività quotidiana è un vero toccasana per l’anima. Quando si incide la gomma con la tecnica della linoleografia c’è sì un disegno preparatorio ma c’è anche molto lavoro di progettazione. Disegnare e inchiostrare invece ti immette in un flusso liberatorio che consolida la tua creatività e pian piano fa emergere il tuo stile. Ti rilassa ed elimina il concetto secondo cui quello che produci deve essere per forza perfetto.
•••
•••
Se avete voglia di dare un’occhiata al mio sketchbook in progress potete farlo qui. E se siete in cerca di un’attività che sia di nutrimento per la vostra creatività quotidiana, io vi consiglio questa pratica. Se mezz’ora vi sembra troppa, anche 15 minuti possono bastare, con il vostro sketchbook del cuore, una matita e tutto quello che vi passa per la mente a farvi da alleato!
•••
Ritrovare la lentezza in cinque semplici mosse
•••
Aprile è arrivato e ci parla di lentezza.
•••
Da sempre sono un’ambasciatrice della lentezza anche se ciò non significa che io riesca sempre a rallentare i miei ritmi. Anzi.
•••
Spesso e volentieri riempio le mie giornate all’inverosimile e mi ritrovo a forzare i ritmi lavorando anche dieci ore di seguito per poi mangiare al volo schifezze precotte e infilare nei buchi tutto ciò che resta, dalla cura della casa al tempo dedicato a mia figlia, fino a stramazzare nel letto distrutta e con un gran mal di testa.
•••
Avete anche voi l’impressione di correre continuamente per cercare di far stare tutto quello che avete in programma in una giornata sola? Ecco. Siamo degli equilibristi alla ricerca dell’incastro perfetto e questo ci fa scordare che ogni cosa ha bisogno del suo tempo.
•••
Io, nel mio piccolo, credo che la lentezza non sia un disvalore e che vada preservata. Mi sono imposta di riservarle degli spazi all’interno della mia giornata in modo tale da fermarmi e prendere fiato, riconnettermi con me stessa, non perdere di vista la reale qualità del tempo e allontanare il senso di disagio che la fretta mi provoca inevitabilmente.
•••
Ma come fare? Ecco le cinque mosse che solitamente metto in atto durante la settimana per tirare il freno a mano e accogliere la lentezza.
•••
•••
1. Se puoi andarci a piedi, vacci a piedi.
Non so voi, ma nella città in cui vivo io a piedi non puoi fare praticamente niente. Questo ti porta inevitabilmente ad abituarti alla condizione di prendere la macchina anche per comprare un cartone di latte. La mia strategia di lentezza numero 1 quindi consiste nell’abbandonare la categoria mentale della “donna automobile” per riprendermi l’uso delle mie gambe. Se devo fare una qualunque commissione che è a portata di piedi, allora ci vado, a piedi. E quel tempo recuperato al mio corpo mi ritempra anche lo spirito perché significa accogliere gli stimoli che vengono dall’esterno, osservare il passare delle stagioni, percepire la presenza degli altri esseri umani, accorgersi di particolari che nemmeno vedresti altrimenti.
•••
2. Cucina qualcosa che ha bisogno di lievitare.
La tentazione di mangiare noodles precotti, panini che si scaldano al microonde et similia è davvero forte e io ci casco spessissimo. Per mia figlia cucino con grande attenzione, con prodotti a km zero di cui conosco la provenienza, dieta mediterranea variata, incastri con i menu scolastici che manco Jamie Oliver. Ma se devo preparare per me non ci metto più di due minuti due. Quindi mi sono presa l’impegno di preparare qualcosa che lievita. Qualcosa che ha bisogno di tempo per crescere almeno una volta a settimana. Questo mi aiuta a recuperare l’idea che la lentezza è necessaria ed è il valore aggiunto che rende gustose le cose della vita.
•••
3. Prenditi del tempo per fare qualcosa di manuale.
Ecco, su questo punto non posso proprio eccepire. Il mio lavoro è un lavoro manuale. Per produrre artigianato handmade devi fare le cose con le mani e ci vuole il tempo che ci vuole. Quello che vorrei aggiungere però, e che credo possa essere utile a tutti, indipendentemente dal lavoro che si svolge, è che le ore passate a fare qualcosa di manuale, che sia riempire un colouring book, o cucire un vestitino per le bambole, che sia scolpire il legno o dedicarsi alla pittura, ci ridanno respiro. La lentezza dei gesti ma soprattutto il focusing, l’atto di restare concentrati su qualcosa che si fa con le mani, ci svuota di tutte le tensioni accumulate e ci rimette in contatto con noi stessi.
•••
4. Semina e prenditi cura di una pianta.
Trucco numero 4. Fare giardinaggio. Anche se siete dei pollici neri. Maneggiare la terra, i vasi. Seminare. Aspettare che le piante crescano e poi prendersene cura. Questo sì che è un esercizio di lentezza. Inoltre la natura ha i suoi tempi e c’è poco da fare. Non avrete mai sul vostro balcone delle buganvillee d’inverno o dei ciclamini d’estate. Il tempo delle stagioni vi obbliga ad essere lenti e pazienti e vi riconnette con voi stessi.
•••
5. Scrivi 10 minuti al giorno e fallo con la penna.
Questo consiglio non è che l’abbia inventato io eh. Però trovo che sia vero come poche cose al mondo. Pensateci. Quanto incidono dieci minuti nell’economia della vostra giornata? Sono dieci minuti, suvvia. Basterà puntare la sveglia 10 minuti prima ed ecco che avrete ricavato un tempo fondamentale per recuperare il vostro contatto con la lentezza. Vi ricordate quand’è stata l’ultima volta che avete usato la penna? Vi ricordate la forma della vostra grafia? Io certe volte la perdo completamente di vista. Ma questa pratica, quella di scrivere a ruota libera con la penna la qualunque vi passi nella testa per 10 minuti al giorno, è oltremodo salutare e vi preserva dal perdere il contatto con voi stessi.
•••
Spero che il mio post vi sia stato utile e se avete commenti o suggerimenti su come recuperare la lentezza nella vita di tutti i giorni, scrivetemi. Alla prossima!
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”30″ down=”10″]Vieni a visitare la mia Bottega e il mio Shop
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”10″ down=”10″]Se vuoi lasciare un commento ricorda che LaTuaMomis proteggerà i tuoi dati personali così come scritto nella “Privacy Policy & Cookies“
•••
“Le signore della linoleografia”: intervista a Lucia Locatelli
•••
Ciao crafters!
•••
Oggi, per la quarta puntata della consueta rubrica “Le signore della linoleografia”, sono davvero emozionata di poter ospitare Lucia Locatelli, che tutte conoscerete come fondatrice del consolidatissimo brand Impressioni. Lucia, milanese trapiantata nelle Marche, è una crafter e printmaker che intaglia stupendi timbri in gomma “nature inspired”. Il suo imprinting creativo è molto poetico e immediatamente riconoscibile. Il suo mondo è fatto di elementi naturali che seguono le stagioni e ci riportano alla bellezza delle piccole cose regalandoci atmosfere delicate e vintage. Ma lasciamo la parola a Lucia ed entriamo meglio nel suo universo artistico.
•••
•••
1. Ciao Lucia, sono onorata di averti qui. Puoi raccontarci com’è nato il tuo brand Impressioni?
Impressioni è il nome del mio secondo brand. Prima avevo un blog (ancora esistente ma inattivo) “La Gallina Rosita”, e mi occupavo di cucina, di ricette, di decorazione della tavola, cose molto distanti da quelle a cui mi dedico ora. Poi 3 anni fa ho scoperto la tecnica di incisione su gomma e me ne sono innamorata e nel momento in cui il mio vecchio nome non mi rappresentava più, complice la parola dell’anno che avevo scelto, “impressione”, è nato il mio re-branding.
•••
2. Nella tua biografia leggiamo che sei un’autodidatta ma da dove nasce la tua passione per l’incisione?
È successo per caso. Lo racconto sempre nei miei workshop, ho visto un video su YouTube in cui un’artista giapponese intagliava e sono rimasta talmente colpita che ho voluto provare. Ho intagliato una foglia che ancora conservo e da quel momento non ho più smesso.
•••
3. Quali sono i materiali che usi per le tue creazioni? Quale gomma da intaglio scegli? E quali sono i tuoi inchiostri preferiti?
In questi anni ho provato diversi tipi di gomma, partendo dalle Speedball rosa, alle giapponesi, per poi approdare alle due che prediligo. Non hanno marca. La prima è bianca, l’adoro e la uso per i corsi e per i miei prototipi. La seconda è bicolore (più facilmente lavabile) e la uso per intagliare i timbri che realizzo per gli altri. Gli inchiostri che prediligo sono i tamponi della Tsukineko: Versafine, Versacraft, Versacolor o Stazon a seconda dell’uso che devo farne.
•••
•••
4. E riguardo alla tecnica dell’intaglio, chi sono i tuoi artisti di riferimento?
Ho adorato da subito Geninne Zlatkis, il suo libro Making an Impression è stato il primo che ho acquistato. Mi piace molto Viktoria Astrom e il mondo naturale di Angie Lewin.
•••
5. Tu vivi nelle splendide Marche. La tua creatività è in qualche modo connessa con il tuo territorio?
Diciamo che ho la fortuna di vivere immersa nella natura, vicino al mare e vicino alle montagne. Ho un laboratorio e una casa con un panorama mozzafiato… quindi certo, la mia ispirazione arriva anche da questo.
•••
6. Natura a parte, quali sono le cose che ti ispirano di più e che ti fanno dire “sono pronta per creare qualcosa di nuovo”?
Gli stimoli arrivano da tanti fattori, sicuramente il web, le mie riviste preferite e tutto quello che mi circonda.
•••
•••
7. Gestire un brand, soprattutto quando è così ben riconoscibile come il tuo, non è solo creatività. Anzi. Ci sono una serie di aspetti prettamente commerciali ed economici che a volte possono essere scoraggianti. Tu come affronti questa componente del tuo lavoro?
Sono una pessima programmatrice e organizzatrice, sono troppo fatalista e vivo alla giornata, ma fortunatamente non ho un carattere ansioso (a parte quando nevica ;-), cerco di fare una cosa alla volta e quando non ci arrivo, cerco aiuto.
•••
8. Tu insegni alle persone la tecnica dell’incisione facendo workshop in tutta Italia. Che ne pensi di questa esperienza? L’insegnamento e il contatto con le persone che ti seguono ti soddisfa?
Credo sia tra le esperienze più belle, condividere e conoscere nuova gente mi arricchisce ogni volta.
•••
9. Sul tuo profilo Instagram vediamo spesso le immagini del tuo stupendo laboratorio. Puoi dirci che cosa rappresenta per te questo luogo speciale?
È il mio luogo di lavoro, è luminoso e realizzato con l’aiuto di Enrica di Paz Garden, è il posto dove passo la maggior parte delle ore della mia giornata e mi fa stare bene.
•••
10. Che consiglio daresti a chi si è appassionato alla tecnica dell’incisione e che vuole iniziare a cimentarsi con questa forma d’arte?
Dico sempre che ci vogliono pazienza, precisione e passione, un po’ come per tutte le tecniche artistiche. Frequentare un corso può aiutare così come leggere un libro sull’argomento ma poi sta alla persona applicarsi e non demordere… cominciare dalle cose semplici è sempre utile perché ci fa dire: WOW ci sono riuscita anche io.
•••
Grazie mille a Lucia Locatelli per averci fatto entrare nel suo mondo artistico! Se ancora non lo fate, seguitela sul suo profilo Instagram e su Facebook ed entrate nel suo poetico negozio Etsy. E se avete voglia di iniziare a intagliare, seguite uno dei suoi workshop!
•••
Noi ci diamo appuntamento qui per la prossima intervista della rubrica “Le signore della linoleografia”!
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”30″ down=”10″]
Vieni a visitare la mia Bottega e il mio Shop
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”10″ down=”10″]Se vuoi lasciare un commento ricorda che LaTuaMomis proteggerà i tuoi dati personali così come scritto nella “Privacy Policy & Cookies“
Stimolare la creatività dei bambini in 5 facili mosse
•••
Ciao crafters!
Oggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e cioè come fare a trasmettere il proprio amore per la creatività ai figli o i generale ai bambini.
•••
È molto difficile quando il tuo mestiere non è in qualche modo “codificato”, trasmetterlo a un figlio piccolo che ti chiede: “Tu che lavoro fai mamma?”. Io rispondo: “L’artigiana” ma il più delle volte la mia bambina di quasi cinque anni mi guarda con un punto interrogativo e non so come andare avanti.
•••
Ho stabilito quindi con me stessa che una delle cose a cui tengo di più è condividere con la mia bambina la creatività come valore e trascorrere dei tempo in modo giusto con lei per potergliela trasmettere. Ma come fare? Se sei una mamma crafter o artigiana anche tu, o se sei una zia crafter o artigiana o se semplicemente hai voglia di trasmettere il tuo amore per la creatività ai figli dei vicini di casa, ecco 5 consigli facili e veloci per poterlo fare in armonia.
•••
1. Fai entrare i bambini nel tuo spazio di lavoro ma con rispetto.
È vero che i bambini sanno essere dei tremendi distruttori ma se gli nascondi il tuo spazio di lavoro non avranno mai la precisa idea di ciò che fai. Spiega loro tutto ciò che ami del tuo lavoro con semplicità, mostragli strumenti e fasi di lavorazione e alla fine trasmettigli il concetto che tutto ciò che si trova dentro il tuo spazio di lavoro è sacro, non è un gioco ma va condiviso con rispetto. Non dico che sia immediato e che non richieda fatica, ma alla fine capiranno.
•••
2. Lascia che i bambini accedano a quanti più strumenti d’arte possibile.
È vero, in fondo un pastello è solo un pastello, ma se i bambini si abituano da subito ad avere intorno pastelli a cera, a olio, pennarelli, colla, forbici, acquarelli, carta colorata, stoffa, bottoni e tutto ciò che ti viene in mente, la loro curiosità per i materiali, le diverse consistenze e gli accostamenti di colori, troverà pane per i suoi denti e ne verrà stimolata.
•••
•••
3. Insegna ai bambini che sporcarsi mentre si crea è del tutto normale.
•••
Non so i vostri bambini, ma mia figlia odia sporcarsi le mani. In qualunque luogo, che sia il ristorante o il parco. Quello che sa però è che quando si crea, si disegna, si fanno collage, si dipinge, sporcarsi le mani è normale anzi fa parte del processo creativo!
•••
4. Non entrare mai in competizione con i bambini mentre stanno creando e ascoltali.
•••
Disegnare insieme o creare un collage o qualunque altra forma di creatività è meraviglioso ma si rischia di entrare in competizione. Il bambino potrebbe essere intimorito dalla bravura di una mamma che fa la pittrice o di una zia che intaglia il legno e non sentirsi adeguato. Non metterti mai in competizione con un bambino. Se disegnate insieme cerca di metterti nei suoi panni e soprattutto ascoltalo mentre crea, fatti raccontare le sue idee e i suoi progetti, anche se sulla carta ci sono solo quattro linee indistinte. Per lui quelle quattro linee rappresentano un mondo.
•••
5. Stimola l’universo visivo dei bambini mettendoli costantemente di fronte alle opere d’arte che più ti ispirano.
•••
Spesso si pensa che i bambini siano troppo piccoli per andare al museo o per guardare libri d’arte. È vero, viviamo in Italia e non a Londra, dove nella Tate Modern c’è un’intera area dedicata ai bambini. Questo da noi succede in poche strutture museali e si tratta prevalentemente di strutture a tema “scientifico” ( si pensi ad esempio al Muse a Trento o alla Città della scienza a Napoli) o e non c’è una vera e propria cultura della trasmissione dell’arte ai bambini. Ma se sei una creativa non precludere ai bambini l’esperienza di vedere opere d’arte. Che siano murales, mostre nei musei o semplicemente riviste o libri, è fondamentale che i bambini fin da piccoli possano esserne circondati. Più fertile è il terreno che gli sta intorno più la loro creatività ne verrà fecondata.
•••
Spero che i miei piccoli 5 consigli per stimolare la creatività dei bambini vi siano stati utili. Aspetto le vostre domande o commenti e nel frattempo noi ci ritroviamo qui in bottega, per il prossimo articolo del blog!
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”30″ down=”10″]
Vieni a visitare la mia Bottega e il mio Shop
[vc_separator type=”normal” position=”center” color=”#d3b59e” border_style=”solid” width=”” thickness=”” up=”10″ down=”10″]Se vuoi lasciare un commento ricorda che LaTuaMomis proteggerà i tuoi dati personali così come scritto nella “Privacy Policy & Cookies“
•••