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Come si fa un erbario: cinque consigli utili
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Bentornati nel mio blog.
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Oggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e di cui avrei voluto raccontarvi già da un po’: come si fa un erbario.
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Chi mi segue forse l’avrà intuito, uno degli elementi che mi ispirano di più è la natura, con il suo lento incedere, con i suoi colori e odori che si susseguono incessantemente, qualunque cosa accada. Il luogo in cui vivo è selvaggiamente circondato dalla natura (visto che a Roma non esiste una manutenzione e una cura degli spazi pubblici) e, ogni volta che mi capita di uscire, anche solo per fare qualche passo fino al mercato o per andare a prendere mia figlia a scuola, sono rapita da ciò che mi circonda.
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Che sia la fioritura dei pruni, dei mandorli, degli alberi di magnolia. Che siano le malve selvatiche o i papaveri che crescono liberi in qualunque spazio disponibile, che siano gli alberi di gingko e i castagni in autunno o le mimose alla fine dell’inverno, quello che mi viene subito in mente è raccogliere e tenere per me una sorta di diario delle stagioni a cui attingere quando cerco ispirazione. Creare un erbario da tenere accanto come un diario delle emozioni naturali.
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Ma come si fa un erbario?
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Io distinguerei innanzitutto il lavoro in due fasi: la raccolta e preparazione dei campioni e la costruzione dell’erbario vero e proprio.
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Oggi ci concentreremo sulla prima fase.
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Ecco cinque consigli utili che vi serviranno se state progettando di fare un erbario.
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1. Quando uscite per una passeggiata nella natura tenete sempre a portata di mano cesoie e guanti. Per quanto sembri romantica ed eterea l’idea di creare un erbario, la natura sa essere selvaggia e piena di asprezze. Tra insetti, spine e quant’altro, se non avete dei guanti e delle cesoie, raccogliere fiori e rami può essere difficilissimo.
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2. Nella fase di raccolta portate con voi un cestino e dei fogli di giornale. Quando avrete raccolto i fiori o le foglie che vi interessano, come farete a distinguerli e portarli a casa? Delicatamente infilateli tra i fogli di un quotidiano e appoggiate il tutto in un cestino facendo degli strati. Quando sarete a casa sarà più facile poi riorganizzare gli esemplari che avrete raccolto.
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3. Prima di tagliare o staccare rami, foglie o fiori, assicuratevi che la pianta sia in salute. Occhi bene aperti quindi per capire se la pianta che state raccogliendo ha una malattia, o afidi, o parassiti di qualunque genere.
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4. Quando tornate a casa dalla vostra passeggiata mettete subito ciò che avete raccolto in pressa. Non serve avere una pressa professionale, potete anche costruirvela da voi con due lastre di compensato e degli elastici di quelli grossi e piatti. L’importante è che i fiori o le foglie vengano subito messi in pressa una volta raccolti e che tra una pianta e l’altra ci siano uno strato di cartone pressato e un foglio di carta.
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5. Ricordate che ogni pianta ha il suo tempo per essiccare. Se per essiccare un fiore basta tenerlo in pressa una settimana, le piante più grasse, come le succulente, ne richiederanno due. Regolatevi in base a quanto sono grossi lo stelo e foglie per capire quanto tempo pressare gli esemplari che avete raccolto.
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Spero che i miei consigli su come si fa un erbario vi siano stati utili.
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La prossima settimana parleremo di come organizzare l’erbario vero e proprio una volta che i fiori sono pronti per essere catalogati. Nel frattempo, venite a vedere i miei erbari fatti a mano.
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Se avete dubbi o domande scrivetemi nei commenti o su info@latuamomis.com!
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Stampare con un timbro fai da te sulla carta riciclata
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Bentornati sul mio blog.
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Questa settimana si conclude la serie di articoli dedicati ai timbri fai da te. Abbiamo affrontato tutte le fasi del lavoro, dal disegno, all’intaglio, alla stampa.
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Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: come si fa a stampare un timbro fai da te sulla carta riciclata.
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Per chi mi segue sarà una cosa abbastanza scontata, uso i timbri che intaglio per stampare sulla carta e, siccome ho a cuore l’ambiente che mi circonda, scelgo solo ed unicamente carta riciclata.
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Ma quali sono le regole per scegliere la carta riciclata migliore e stampare con un timbro fai da te in modo soddisfacente?
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Ecco i miei suggerimenti.
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1. State attenti alla grana della carta. Spesso la carta riciclata ha una grana molto porosa. Questo fa sì che gli inchiostri che usiamo per stampare con un timbro fai da te vengano assorbiti talmente tanto da sgranare l’immagine che ne risulta. Assicuratevi quindi che la carta che scegliete abbia una texture più liscia possibile.
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2. Lavorate con lentezza. Spesso la carta riciclata, rispetto a quella normale, è “scivolosa”. Se non dedicate la giusta attenzione alla fase di stampa, il vostro timbro fai da te scivolerà sulla superficie del foglio producendo delle sbavature indesiderate. Non dimenticate di usare la pressa e muovervi con cura e lentamente.
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3. Fate molte prove e lasciatele riposare. La carta riciclata, più di quella normale, reagisce agli inchiostri con lentezza. Il risultato che otterrete in prima battuta può essere molto diverso da quello che vedrete il giorno successivo. Se avete in mente un’idea ben precisa, quindi, fate molte prove, con inchiostri diversi e con carte diverse, e lasciatele riposare. Solo così avrete la padronanza dell’effetto finale.
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Questi sono i miei consigli pratici su come stampare con un timbro fai da te sulla carta riciclata.
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Ma vorrei anche stilare una “classifica” delle mie carte preferite così che possiate orientarvi sul mercato per poter scegliere in autonomia.
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1. Carta kraft. Al primo posto in assoluto c’è lei: la carta kraft. Quella che uso io si chiama Stationery Place, e viene dallo Yorkshire. È una carta favolosa, liscia al punto giusto. Sembra fatta apposta per stampare con i timbri fai da te. Non sbava, non spana e gli effetti che si possono ottenere sono molteplici. Purtroppo però il colore della kraft è abbastanza limitante e quindi passiamo al numero due della nostra classifica.
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2. Favini crush. Semplicemente la adoro. La cartiera italiana Favini ha prodotto un capolavoro. Questa carta, che esiste in molteplici sfumature di colore, deriva dagli scarti delle lavorazioni agroindustriali ed è lavorata a basso impatto ambientale. Si presta bene ad essere stampata con inchiostri pigmentati come i Versafine Clair e consente di sfogare la creatività. È una carta liscia anche se, in alcune delle sue declinazioni, è molto scivolosa, quindi merita una certa attenzione in fase di stampa. Ma sapere che stai usando una carta alla mandorla, agli agrumi, all’uva e chi più ne ha più ne metta, per chi come me è attento alla tematica ambientale, è favoloso.
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3. Cartapaglia. Anche la cartapaglia mi piace moltissimo. È interamente riciclata e ha mille sfumature di colore. L’unico problema è che ha una texture molto morbida e porosa quindi si rischia che l’inchiostro spani in fase di stampa. È più adatta a inchiostri dye ad asciugatura super rapida, come i Versafine Memento.
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4. Carta piantabile. Quanto mi piace l’idea che la carta si possa piantare e che possa essa stessa trasformarsi in qualcosa di vivo? Io uso la carta Growing Paper. È prodotta in Italia, è fatta a mano e contiene nella sua grana semi di vario genere. Stamparci sopra un timbro fai da te non è impresa semplice. La carta piantabile è molto ruvida e molto porosa. Ma, se si usa la dovuta cautela, i risultati sono apprezzabilissimi!
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Spero che la mia mini giuda per stampare un timbro fai da te sulla carta riciclata vi sia stata utile. Se avete dubbi o domande, lasciatele nei commenti o scrivetemi a info@latuamomis.com.
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Se invece siete di Roma o passate per di qua, vi ricordo che il 16 marzo, presso il We Make, ci sarà il mio primo workshop di timbri fai da te! Tutte le info le trovate qui.
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Noi ci ritroviamo presto, qui nel blog.
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