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Trova la tua parola dell’anno

Parola dell'anno

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Trova la tua parola dell’anno, mi sono detta.

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E vorrei condividere con voi il perché e il percome di questa decisione.

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Avevo provato a farlo già due anni fa ma non so perché, in quel momento, seguire un percorso di autoanalisi, riempire pagine di quaderno con liste di parole o riflessioni, mi pareva una perdita di tempo.

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Avrei milioni di altre cose da fare, mi dicevo. Ho il negozio da risistemare, il sito da aggiornare, i nuovi timbri da incavare, le carte da ordinare, i corrieri da prenotare, non posso perdere tempo a fare meditazione a occhi chiusi. 

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Niente di più sbagliato.

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Cercare la parola dell’anno è un modo per entrare in contatto con noi stessi, osservare con lucidità quello che abbiamo già fatto e restare focalizzati su come vogliamo impostare il tempo che ci aspetta, quello futuro, che deve ancora venire.

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Un tempo si diceva: il passaggio tra l’anno vecchio e quello nuovo è tempo per fare dei bilanci. Ma qui non si tratta di giudicare se abbiamo agito bene o male. Non si tratta solo di buoni propositi. Si tratta di restare in contatto con noi stessi e ascoltarci. Trovare ciò che di autentico ci muove, la nostra “cifra”, quello che vogliamo comunicare a chi entra in contatto con noi. 

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Trova la tua parola dell’anno, mi sono detta. Usa la tua risorsa più preziosa, il tempo, per arrivare al tuo centro e poi fallo risplendere attraverso quello che fai. Se resti in contatto con la tua visione, se rimani focalizzata sui valori che ti muovono, tutti i tuoi progetti avranno un senso, una coerenza interna, una “voce”.

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Per farlo ho scelto il corso gratuito di Susannah Conway Find Your Word, che avevo conosciuto grazie a Gioia Gottini, la mia guru del Personal branding. In questo corso gratuito che si svolge in cinque giorni, ti arriveranno tramite mail una serie di linee guida da seguire per trovare la tua parola e potrai accedere a un gruppo Facebook tramite il quale poter fare brainstorming con chi sta seguendo il tuo stesso percorso. Molto semplice ma anche molto impegnativo perché richiede la tua partecipazione e devi essere disposta a dedicare a questa pratica introspettiva il tuo tempo.

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E tu? Che ne pensi? Farai anche tu questo tipo di percorso? Hai in mente altre risorse che userai per trovare la tua parola dell’anno? 

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Io sono ancora al lavoro e l’anno prossimo ti dirò qual è la parola che ho trovato. Tu hai già trovato la tua? Ti aspetto nei commenti e buon anno nuovo!

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Affrontare gli imprevisti in 5 semplici mosse

Agenda

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Oggi vorrei condividere con voi un argomento che mi sta particolarmente a cuore e cioè come affrontare gli imprevisti.

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Essendo io un capricorno super schematico e organizzato, questa è per me una vera spina nel fianco. A me piace moltissimo organizzare, tenere tutto sotto controllo, stilare liste e compilare planner e agende. Mi piace quando le cose vanno secondo i miei piani perché mi fa stare tranquilla e mi permette di godermi le cose che accadono in serenità.

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È per questo che vado letteralmente nel panico quando si tratta di affrontare gli imprevisti. Che si tratti di un malanno non preventivato o un’alluvione, una richiesta di lavoro extra, un’occasione fortuita a cui non si può proprio riunciare, io non ce la faccio, vado in panico. Potrei dire che da quando sono mamma la situazione è cambiata ed è peggiorata, ma non è vero. Come andavo in panico prima vado in panico adesso, solo che gli imprevisti sono moltiplicati per due.

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Quindi come si fa ad affrontare gli imprevisti con la calma e la serenità dovuta?

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Ecco i miei 5 suggerimenti: 5 piccole strategie di sopravvivenza maturate negli anni.

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1. Fare un piano, ma farlo bene. Fare un piano è sempre una buona idea. Se poi sei una mamma freelance è addirittura imprescindibile. Quest’anno mi sono regalata il corso di planning di Gioia Gottini e per la prima volta già a settembre avevo il planning lavorativo completo per il 2019. Questo mi fa stare più tranquilla anche perché una delle cose che ho imparato da Gioia è quella di prevedere degli spazi per il self-care ma anche dei vuoti che poi saranno riempiti man mano dagli imprevisti che capiteranno, di qualsiasi natura essi siano. Quindi fare un piano nel modo giusto significa anche in un certo senso “prevedere gli imprevisti” e lasciarsi vie di fuga libere per poi poterli affrontare.

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2. Tenere un’agenda. Non saprei cosa fare senza la mia agenda (la mia è la classica Moleskine che vedi in foto). La porto con me dovunque ed è il mio punto di riferimento principale. È divisa in due metà: quella superiore in cui ci sono gli impegni di lavoro e quella inferiore con gli impegni familiari, malattie, spese da fare, viaggi etc. Dal calcolo dei giorni di antibiotico da fare alla bambina ai batching day per il blog, dal bilancio familiare mensile alle gite più o meno programmate, se non ho la mia agenda non riesco ad affrontare gli imprevisti che si infilano puntualmente tra una cosa e l’altra.

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3. Stilare delle liste. Questo lo sapete già. L’ho detto più volte. Per me la lista ha un potere salvifico. Se mi capita un imprevisto che manda all’aria i miei piani, individuare la soluzione e spacchettarla in piccole azioni da compiere per poterla ottenere, mi aiuta e mi tranquillizza.

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4. Abbandonare gli schemi. Questa è la cosa per me più difficile. Se ho in mente ciò che devo fare in un determinato mese, come debbono procedere le mie settimane, in quali fasce orarie della giornata voglio fare delle cose, il fatto che arrivi un imprevisto a buttare all’aria i miei piani mi sconvolge. Quindi ho imparato negli anni a lavorare negli orari più assurdi (d’estate ad esempio posso fare le foto per il blog o per il negozio anche di pomeriggio tardi e d’inverno la mattina presto), uscire in momenti impensati, riposare quando è possibile e questo significa abbandonare gli schemi, avere ben presenti le cose da fare e farle non appena se ne presenta la possibilità anche se sono le cinque del mattino.

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5. Non essere troppo severe con se stesse. E se poi non riesco a fare quello che avevo preventivato? Se poi l’imprevisto è davvero tale da far slittare i miei programmi? Ecco un’altra cosa che può esservi utile in questi casi: non essere troppo severe con voi stesse. Non vi colpevolizzate se la bambina è ammalata per l’ennesima volta e la casa sembra esplosa, se avete migliaia di panni da lavare, se i vostri capelli sembrano quelli di uno spaventapasseri, se avete un sonno tremendo e non riuscite a essere presenti come vorreste, se non siete riuscite a studiare e dovrete recuperare tutto la settimana prossima, se spostate un po’ i vostri impegni lavorativi. Datevi una pacca sulla spalla e andate avanti a testa alta, che gli imprevisti capitano a tutti, prima o poi.

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E voi? Anche voi andate in panico quando qualcosa sconvolge i vostri piani? Quali sono le vostre strategie di sopravvivenza per affrontare gli imprevisti? Lasciatemi un commento e ne parleremo insieme!

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Un tè con le amiche: il potere della condivisione

Porta bustine da tè

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Avete presente quei momenti in cui vi sentite sole ad affrontare le difficoltà del quotidiano?

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Quando vi assale la stanchezza, quando non riuscite più a gestire gli imprevisti, a incastrare i tempi di tutti, a dominare le liste di cose da fare?

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Quei momenti in cui vi guardate allo specchio e vi rendete conto che c’è una ruga in più che non avevate mai notato? Quegli attimi in cui avreste solo voglia di mollare e andare in vacanza a sdraiarvi su un’amaca e schiacciare anche solo un semplice pisolino di 10 minuti proprio quando tutti invece, in ogni ambito, hanno bisogno di voi e della vostra lucidità?

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Ecco, sto parlando proprio di questo tipo di sensazioni.

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E ovviamente so anche benissimo che non si può scappare in un isola deserta a stendersi su un’amaca. Che bisogna restare lucide e afferrare con le mani gli imprevisti, affrontare con forza la stanchezza e alla fine dominare le nostre liste di cose da fare, in ogni ambito.

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Che si tratti di figli piccoli che prima si ammalano poi tornano a scuola per un giorno e poi si riempiono di pidocchi impegnandovi in intense sessioni di ricerca lendini.

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Che si tratti di impegni di lavoro super urgenti dell’ultimo minuto (sono sempre tutti urgenti e dell’ultimo minuto…) che vi costringono a restare in ufficio in orari del tutto insoliti.

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Che si tratti di panni che si accumulano perché fuori c’è l’uragano e piove ininterrottamente e voi non avete l’asciugatrice e dovete pur mettervi qualcosa addosso e così usate i termosifoni, il phon o il forno per far asciugare un calzino alla volta. Ecco, c’è bisogno di voi, sempre, h 24.

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Quando per un secondo alzo la testa dal fluire delle giornate senza fine mi rendo conto che una delle cose che mi salva in questi momenti è la condivisione. Stare insieme ad altre donne che come me vivono questo perenne stato di inadeguatezza e rincorsa, farsi una chiacchiera e scambiarsi vissuti, saperi, competenze, ricordi, trovo che abbia un potere salvifico. E niente mi consola di più che la condivisione di un tè caldo o una tisana quando sono con le mie amiche.

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In certi momenti, lo ricordo perfettamente, il tè caldo con le amiche mi ha consolato, rafforzato, pacificato come nient’altro al mondo. Il gesto semplice di qualcuno che si prende cura di te offrendoti una piccola consolazione. Di qualcuno che si alza e mette su l’acqua per tutte. Di qualcuno che ti ascolta mentre quel liquido bollente si trasforma in infuso. Ecco, per me questo rituale porta con sé il valore della condivisione vera.

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Ed è uno spazio-tempo che va difeso e preservato anche quando sembra impossibile trovare il tempo per dedicarcisi. Perché poi vi sentirete più forti. Come quando prendete una boccata d’aria prima di ributtarvi sott’acqua.

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Questo mi ha fatto pensare che poteva essere utile creare qualcosa che rendesse questo momento di condivisione ancora più unico. Qualcosa di pratico ma anche bello. Quindi ho pensato a un set di portabustine da tè che porto sempre con me quando vado a trovare le mie amiche. E dentro ci sono le mie tisane preferite che adoro selezionare con cura e offrire alle altre per fargliele provare. È un modo per prendermi cura di loro e di questo momento irrinunciabile di condivisione senza il quale sarebbe tutto un po’ più buio.

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E voi? Anche voi amate la condivisione? Anche voi trovate che il tè con le amiche sia un rituale da difendere e preservare? O preferite gustare la vostra tisana o il vostro tè da sole per prendervi un meritato momento di pausa? Scrivetelo nei commenti. Ne parleremo insieme!

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Ricettario d’autunno: i cicci cotti

Cicci cotti•••

Quando ero bambina, la fine del mese di ottobre per la mia famiglia corrispondeva sempre con la ricerca spasmodica di ingredienti perduti provenienti dalle nostre terre di origine in previsione del giorno dei Morti.

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Sono nata a Napoli ma nessuno dei miei nonni era originario di quella città. Per due quarti sono pugliese, per un quarto molisana e per un quarto lucana. Quindi anche le mie tradizioni culinarie provengono da quelle terre in un meltin’ pot di sapori e odori legato a storie di tratturi, emigrazione e dialetti dei più vari.

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Nel mio ricettario d’autunno ci sono ingredienti base, come ad esempio il mosto cotto (sciroppo denso e scuro usato come dolcificante in moltissime ricette pugliesi e molisane), che ho enormi difficoltà a trovare ora che nessuno dei miei parenti più lontani ha più una vigna o è disposto a trascorrere ore e ore a cuocere e filtrare l’uva fino a trasformarla in uno sciroppo delizioso.

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Però ai miei “cicci cotti” io non rinuncio e, tra mille peripezie, sono finalmente riuscita a trovare un piccolo produttore abruzzese, D’Alessandro, che fa composte e marmellate spettacolari a chilometro zero, che mi procura il mosto cotto necessario per ossequiare i Morti e celebrare i Santi in una ricorrenza che mi mette in diretto contatto con le mie radici.

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La ricetta di mio nonno prevede un mix di grano cotto, chicchi di melograno, pezzetti di cioccolato fondente, noci sminuzzate e frammenti di canditi, il tutto condito con questo sciroppo dolce, scuro e denso d’uva (che metto da parte fino a Natale per farci i dolcetti che condivido con tutta la famiglia). È un must nel mio ricettario d’autunno.

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Non a tutti piace, ma io adoro questa ricetta che ha tutti i colori e i sapori dell’autunno, dal marrone del mosto, all’oro del grano, al bordeaux del melograno, al beige delle noci, all’arancio dei canditi. 

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È un viaggio nel gusto del mio passato, della mia infanzia, delle radici della mia famiglia. Quelle radici che non ho voglia di perdere e che non vedo l’ora di tramandare alla mia bambina e che spero lei trasmetterà a chi verrà dopo.

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E il mio vecchio ricettario gioca un ruolo fondamentale in questo recupero delle origini perché è scritto a mano da mio nonno. La sua grafia mi è talmente familiare che la riconoscerei tra mille.

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Scrivere e riscrivere le ricette a mano dopo averle provate e riprovate su fogli spesso sporchi di uova, farina, zucchero è un modo per mettersi in contatto con chi ci sta accanto e con quelli che verranno dopo di noi. Trasmettere loro il nostro gusto, i nostri tentativi, la nostra cura per le piccole cose è quello che cerchiamo di fare mettendo nero su bianco le ricette dello stare insieme.

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Hai anche tu un ricettario d’autunno che scrivi a mano? Conservi anche tu scrupolosamente le ricette dei tuoi nonni come faccio io? Parliamone insieme nei commenti!

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Il taccuino delle intuizioni brillanti

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Hai presente quel momento in cui riesci a focalizzare l’idea geniale che non ti aspettavi?

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L’istante preciso in cui ti sembra che finalmente i pezzi del puzzle combacino e hai chiara la visione di quello che farai?

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Che tu sia una scrittrice in cerca della trama perfetta o una chef che lavora da mesi su una ricetta per renderla unica. Che tu sia una fioraia che si lambicca su un nuovo modo di legare insieme i fiori per ottenere un bouquet che nessuno ha mai visto prima o una sarta che medita su una nuova cucitura per tenere insieme un vestito. Sì, insomma, qualunque sia la tua principale attività, arriva un momento in cui nella notte più buia, un raggio di luna piena illumina la tua idea e la fa brillare di luce propria.

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In quell’istante ti sembra tutto chiaro. Già ti vedi tutta in tiro ospite da Fazio con in mano il tuo romanzo che ha venduto diecimila copie o in copertina su Gambero-Rosso che mostri soddisfatta il tuo favoloso piatto segreto. Già esulti perché il tuo bouquet rivoluzionario è diventato un trend copiato in tutta Europa o perché la principessa Kate ha indossato il tuo vestito a una serata di gala dopo averlo visto esposto nella vetrina della tua sartoria artigianale nel suo ultimo viaggio in Italia…

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Poi la luna tramonta, il raggio miracoloso svanisce e la tua intuizione brillante torna al buio.

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È in questi momenti che a me sale lo sconforto per non aver fissato da qualche parte, anche solo in forma di appunto, quello che mi era venuto in mente e che avrebbe cambiato le sorti di ciò che adoro di più fare.

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Una volta, in un negozietto minuscolo e dimenticato, ho trovato quello che mi serviva e che uso sempre in questi casi. È il mio taccuino delle intuizioni brillanti. Un mini quaderno con in copertina dei panda che ha in ogni pagina in alto uno spazio per la data e il titolo e sotto delle semplici righe. Un banalissimo taccuino trovato per caso che si è trasformato nel mio più fidato compagno di avventure.

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In questo taccuino delle intuizioni brillanti, ogni volta che mi viene un’idea, annoto la data, il titolo della mia illuminazione geniale e scrivo giusto qualche riga che ne spiega il contenuto poi lo dimentico per qualche tempo. Quando l’idea ha fermentato abbastanza, tiro fuori il mio taccuino e, partendo da quello che ho scritto, inizio a lavorare per capire se posso trasformare quell’intuizione momentanea in qualcosa di più strutturato e realizzabile fino a renderla una realtà tangibile e concreta.

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Sembrerà banale ma io credo che fissare sulla carta le idee sia il primo passo verso la loro realizzazione. Se poi ti rendi conto con uno studio di fattibilità che quella cosa che ti era sembrata geniale magari non lo è, questo non importa. L’importante è aver ascoltato la tua voce interiore, quella che è sempre al lavoro per innovare, stupire e creare al di là di ogni aspettativa.

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E tu? Hai anche tu un taccuino delle intuizioni brillanti? Quando ti senti più creativa come fai a fissare le tue idee senza lasciarle andare? Scrivilo nei commenti!

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Un quaderno per la self-awareness d’autunno

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Una delle cose di cui sono pienamente convinta è che il periodo autunnale inviti al raccoglimento e alla riflessione.

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Puoi usare questo tempo ovattato e sospeso tra l’esplosione estiva e il torpore invernale, per riflettere su te stessa e fare della sana self-awareness.

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Letteralmente questa parola si può tradurre come “autocoscienza” e nella nostra cultura ha un valore molto profondo, legato alle pratiche del femminismo e al pensiero della differenza.

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Dal mio tavolo di lavoro, in bottega, però, quella che vorrei consigliarti oggi è una piccola pratica quotidiana di riflessione e di riconnessione con te stessa. Un piccolo percorso che ti consenta di ritrovare la fiducia perduta e superare ciò che ti blocca.

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Credo che tutte abbiamo delle zone d’ombra nelle quali releghiamo le cose che ci fanno più paura e ci rendono insicure. Non è facile illuminare questa parte di te e dare un nome a quello che ti spaventa. Però puoi provare intanto a fare qualche passo in questa direzione confortata dallo scrocchiare delle foglie gialle sotto le scarpe, da una sciarpa calda avvolta intorno al collo e dal profumo di una tisana rilassante.

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Uno dei mezzi che può aiutarti a fare self-awareness è senz’altro il quaderno (vedi i quaderni de LaTuaMomis)

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Un quaderno è un luogo dell’anima, un rifugio sicuro, una stanza segreta. Una poltrona che accoglie i tuoi pensieri senza giudicarti. Puoi scriverci di tutto. Dalle cose più profonde ai segreti più inconfessabili ai pensieri più futili. E quando le parole si materializzano tra le sue righe sei un pochino più libera, hai fatto un piccolo passo in più verso te stessa. O almeno così funziona per me.

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Ogni giorno ritagliati dieci minuti (dieci minuti non sono un granché nell’arco di una giornata intera) per startene da sola con il tuo quaderno e fai di questi dieci minuti quello che più desideri. Sei libera di scrivere tutto quello che ti viene in mente o di non scrivere assolutamente nulla.

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La sensazione confortante di aver dedicato del tempo alle tue parole e a te stessa secondo me è il più grande atto di self-awareness che esista. Il primo piccolo passo verso l’autocoscienza.

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E tu che ne pensi? Anche tu hai il tuo quaderno della self-awareness? O hai altri modi per prendere coscienza delle tue paure e iniziare a superarle?

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Scrivilo nei commenti e ne parleremo insieme.

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Una to do list ti salverà

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Hai mai sentito parlare della teoria del Ciclo di vita? È una branca della Psicologia dello sviluppo che analizza tutte le fasi della vita in base alla convinzione che ogni esperienza, dalla più semplice alla più complessa, dalla più allegra alla più luttuosa, se viene vissuta come un’opportunità ti dà la possibilità di superare tutte le sfide che ti si presentano davanti

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Sfida. Opportunità. Sviluppo. Non credi che siano tre parole che se messe insieme funzionano a meraviglia?

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Eppure certe volte le sfide ti opprimono, ti allarmano, ti sembrano più grandi di te. Quello che ti spaventa è il cambiamento. Magari senti l’esigenza fortissima di rinnovarti, non ti ritrovi più dentro quello che fai ogni giorno, perfino gli spazi che vivi non ti rispecchiano più, eppure l’idea di separartene ti fa mancare l’aria. 

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Quando mi capita, e sto parlando anche di sfide banalissime e quotidiane, non solo di quelle grandi e difficilissime da superare, io mi rifugio nelle liste. Suona un po’ come se io fossi il protagonista di “Alta fedeltà” di Nick Hornby… ma in realtà per me le to do list hanno moltissimo a che vedere con le sfide della vita, le opportunità di cambiamento e la crescita, lo sviluppo appunto.

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Se hai un obiettivo, un desiderio, un dovere, qualcosa che ti proponi di raggiungere, una sfida che ti spaventa perché ti sembra troppo lontana, grande, difficile da raggiungere, perché non provare a spacchettarla in step più piccoli e “affrontabili”?

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La to do list serve proprio a questo. Cosa devo fare per raggiungere il mio obiettivo, superare la mia sfida ed evolvermi, rinnovarmi, crescere? Prima scriverò una lista di tutto ciò che serve alla rinfusa e poi proverò a mettere le singole azioni in ordine cronologico

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Questo servirà a esorcizzare la mia paura e rendermi più sicura di me? Non saprei, perché non sono una psicologa, ma per me funziona.

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Inoltre, in quanto stationery lover, adoro le to do list in generale, proprio in quanto oggetti. Quella che vedi nella foto l’ho fatta per me stessa ed è in pieno stile LaTuaMomis. Ne ho una per ogni ambito della mia quotidianità: casa, lavoro, salute… svago. Sì svago. Perché il self-care è un ambito prezioso che ha bisogno di essere salvaguardato e cosa meglio di una to do list può aiutarti a farlo?

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L’unico pericolo è quello di restarci male se non riesci a spuntare nemmeno una delle cose che pazientemente hai messo nella tua to do list e appeso in bacheca. Il segreto è quello di non essere troppo severa con te stessa. Stiamo parlando di sfide e opportunità. Datti il tempo necessario per superarle e affrontale senza giudicarti troppo. Il fallimento è contemplato.

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Cosa ne pensi? Anche tu usi le liste per affrontare le tue sfide piccole o grandi che siano? Quali usi? Come le preferisci? Scrivilo nei commenti, ne parleremo insieme!

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Rinnovarsi: cinque consigli utili per ripartire con grinta

Rinnovarsi

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L’autunno sta per arrivare. Settembre è alle sue battute finali. La natura si mette a riposo mentre per te si tratta di un nuovo inizio. Rinnovarsi però sembra più faticoso ogni anno che passa.

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Le giornate si accorciano, i ritmi tornano frenetici, la routine è sempre la stessa e tu hai bisogno di ricominciare con un nuovo spirito e nuova energia ma al momento non sai dove andarli a cercare.

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Giri per casa guardandoti intorno e non riconosci più quello che ti circonda. Sei inondata dagli impegni, hai ancora una valanga di lavatrici da sistemare e la valigia che attende di essere svuotata. Non sai più cosa c’è in frigo e non sai nemmeno cosa vorresti che ci fosse. Lavori forsennatamente e quando stacchi non sai da dove cominciare.

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Questo è il momento di tirare fuori delle risorse che inaspettatamente ti aiuteranno a mettere ordine e a scoprire come ricominciare e rinnovarsi con l’energia necessaria. Ecco cinque consigli utili per ripartire con grinta.

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1. Fai decluttering. 

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Eliminare il superfluo è un esercizio spirituale, un momento di liberazione fisica e non solo che ti darà la possibilità di sgombrare il campo, vedere più chiaramente ciò di cui hai davvero bisogno e fare ordine prima di passare a una fase di ricostruzione e rinnovamento di te stessa. Fare spazio negli armadi, sulla scrivania, nei cassetti, tra i mobili. Controllare se hai trucchi scaduti, vestiti che ormai puoi regalare a un’amica perché non ti rispecchiano più, soprammobili inutili, liste della spesa che giacciono spiegazzate e ammonticchiate sul fondo della borsa, scontrini degli aperitivi estivi che ingolfano il portafoglio… eliminare, eliminare, eliminare per fare spazio a ciò che davvero conta è un buon inizio per rinnovarsi.

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2. Scrivi delle to do list.

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Fare delle liste è una vera salvezza. Ci sono tanti modi per riordinare le idee ma scrivere una to do list, meglio se a mano e con la tua penna preferita, è un toccasana per l’anima. Io le divido nei vari ambiti della mia vita: casa, lavoro, salute, svago. Compilo liste con tutti i miei impegni e le cose che desidero fare senza nessun ordine, a casaccio e così come mi vengono in mente finché non ho esaurito tutto ciò che mi propongo di fare fino alla prossima estate. Poi appendo le mie liste in bacheca così da poterle riguardare per capire se ho dimenticato qualcosa. Il solo vederle mi fa sentire meglio e mi regala una sensazione di energia e positività.

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3. Sposta un mobile.

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Sembra una banalità ma niente dà più soddisfazione che cambiare qualcosa, anche una piccola cosa, nella disposizione dei mobili,  quando senti l’esigenza di rinnovarti. Guardare tutto sotto una nuova luce e in una diversa prospettiva può riconnetterti con te stessa e darti l’energia giusta per il cambiamento. E l’energia in questo momento dell’anno ti serve eccome.

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4. Salvaguarda il tuo self-care.

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Quando torni alla tua routine quotidiana, non dimenticarti di te stessa! Il pericolo c’è ed è dietro l’angolo. L’estate ha il potere di riconnetterti con te stessa, ti dà gli spazi e i tempi giusti per ritrovarti e capire quali sono le tue esigenze, ti fornisce uno zoccolo duro di convinzioni e consapevolezze. Poi torni a casa e tutto si sgretola come neve al sole. Presa dal lavoro e dai frenetici ritmi di tutti i giorni ti dimentichi di prenderti cura di te stessa e le tue energie si riducono al lumicino. È per questo che il self-care è fondamentale e va salvaguardato. Che sia il tempo per leggere un libro o quello di una piccola passeggiata nella natura. Che sia un momento per disegnare o scrivere in libertà. Che sia lo spazio per preparare un dolce o guardare dalla finestra in silenzio. Qualunque esso sia, questo momento di cura va preservato in ogni modo e sarà alla base del tuo rinnovamento.

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5. Sii indulgente con te stessa.

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Se non riesci a fare nessuna di queste cose, non ti giudicare. Se vai in panico da rientro, non essere severa con te stessa. Non pretendere di sistemare tutto e subito. Essere umani vuol dire essere imperfetti. E nell’imperfezione si nasconde la bellezza delle cose. Ascolta i tuoi ritmi, non li forzare. Prenditi tutto il tempo necessario per fare le cose che devi e desideri fare. Che sia lento o veloce, il rinnovarsi è un momento sacro e come tale va rispettato.

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E tu, come hai affrontato il tuo momento di rinnovamento? Ti sei fatta prendere dal panico del rientro? Hai anche tu dei trucchetti e degli stratagemmi che usi al ritorno dalle vacanze? Sei come me una patita delle to do list rassicuranti e del decluttering spirituale? Fammelo sapere nei commenti!

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Spero che questi miei cinque consigli utili per ripartire con grinta ti abbiano ispirata. Alla prossima!

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Rispettare la natura nel proprio lavoro: un impegno sostenibile

Set regalo My Soul is Green miniquaderno•••

Eccoci per un nuovo appuntamento nel diario de LaTuaMomis.

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Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che riguarda la mia quotidianità. La domanda è questa: è possibile rispettare la natura nel proprio lavoro? Per me è un impegno di assoluta preminenza. E mi sono resa conto nel tempo che è anche sostenibile.

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Quando ho iniziato a lavorare nella mia bottega e a progettare i miei prodotti, usavo carte di ogni provenienza e marca. Mi facevo guidare dai colori e dalle consistenze e non badavo alla sostanza. Poi ci ho pensato su e mi sono resa conto che dovevo fare qualcosa perché il mio lavoro rispettasse la natura dalla quale così spesso prendo ispirazione.

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Taccuino Gardening journal

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È così che è iniziata una lunga fase di ricerca che mi ha portato a eliminare non solo le carte fatte in cellulosa ma anche quelle FSC (provenienti da foreste gestite in maniera consapevole) per sostituirle con carte interamente riciclate.

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Sono stata fortunata a trovare sul mio cammino una fonte inesauribile di carte splendide che è la Carta in Dispensa e mi sono innamorata di quelle prodotte dagli scarti delle lavorazioni agroindustriali. Ho scoperto che la Fabriano produce una carta da disegno riciclata che ha un punto di bianco favoloso e la consistenza giusta per accogliere gli inchiostri. Ho capito che prodotti di qualità si possono ottenere anche se le carte che usiamo non sono in cotone o sbiancate industrialmente.

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Ma non mi bastava. Ho deciso di sostituire gli inchiostri per la stampa a base chimica con quelli a base d’acqua. L’effetto che si ottiene è comunque molto suggestivo e di lunga durata. E invece di comprare filati per rilegare di varia natura, ho scelto di usare quelli in canapa.

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Kit-Enrica-pacchetto

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Quanto di più mi costa produrre in maniera ecosostenibile rispetto a prima? Poco di più. Quindi i prezzi dei prodotti sono comunque essenzialmente gli stessi e io sono orgogliosa di essermi impegnata a difendere l’ambiente pur nel mio piccolo.

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E voi? Cosa fate per sostenere la natura nel vostro lavoro e nel vostro quotidiano? Scrivetelo nei commenti! Io nel frattempo vi aspetto in bottega!

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Creatività quotidiana: un toccasana per lo spirito

Rose••• 

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore. Si tratta di quella che io chiamo la creatività quotiana ed è una pratica che, a mio parere, fa bene allo spirito e anche al corpo.

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Tempo fa mi è stato regalato un libro bellissimo che si intitola Draw every day, draw every way (che più o meno significa “disegna ogni giorno, disegna in qualunque modo”) dell’illustratrice Jennifer Orkin Lewis. In pratica Jennifer sostiene che se si disegna ogni giorno sperimentando tecniche diverse per un tempo stabilito, che possono essere 30 minuti come un’ora, la creatività si sblocca, fiorisce e ci aiuta a trovare un nostro stile. Il libro quindi è una sorta di enorme sketchbook in cui l’autrice ci guida in un percorso attraverso tecniche e spunti differenti per ritrovare la nostra espressività.

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Se devo dire la verità non sono riuscita ad usarlo. Il libro è talmente bello che mi intimidiva disegnare direttamente su quelle pagine e l’ho lasciato da parte per un po’. Il concetto però di riservare al disegno un certo tempo ogni giorno continuava a frullarmi nella testa perché mi aveva incuriosito. E così ho deciso di provare.

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Solitamente preparo degli sketchbook per venderli nel mio shop e sono tutti realizzati a mano in carta da disegno riciclata. Poi ho deciso, per una volta, di realizzare uno sketchbook per me stessa. Eccolo qui.

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Sketchbook

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Mi sono scelta la mia carta preferita per la cover (una Favini riciclata color mandorla che adoro) e per gli interni ho usato una Strathmore toned tan che per inchiostrare è la fine del mondo. E quando era pronto ho iniziato a disegnare almeno mezz’ora al giorno. Non ho paura di sbagliare perché questo sketchbook l’ho fatto io e posso eliminare pagine e aggiungerle senza problemi solo scucendolo. Questo pensiero mi ha sbloccata e non ero più intimidita dalla pagina vuota.

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Ecco, adesso posso dire che la mia dose di creatività quotidiana è un vero toccasana per l’anima. Quando si incide la gomma con la tecnica della linoleografia c’è sì un disegno preparatorio ma c’è anche molto lavoro di progettazione. Disegnare e inchiostrare invece ti immette in un flusso liberatorio che consolida la tua creatività e pian piano fa emergere il tuo stile. Ti rilassa ed elimina il concetto secondo cui quello che produci deve essere per forza perfetto.

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Viole

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Se avete voglia di dare un’occhiata al mio sketchbook in progress potete farlo qui. E se siete in cerca di un’attività che sia di nutrimento per la vostra creatività quotidiana, io vi consiglio questa pratica. Se mezz’ora vi sembra troppa, anche 15 minuti possono bastare, con il vostro sketchbook del cuore, una matita e tutto quello che vi passa per la mente a farvi da alleato!

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