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Un quaderno per la self-awareness d’autunno

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Una delle cose di cui sono pienamente convinta è che il periodo autunnale inviti al raccoglimento e alla riflessione.

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Puoi usare questo tempo ovattato e sospeso tra l’esplosione estiva e il torpore invernale, per riflettere su te stessa e fare della sana self-awareness.

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Letteralmente questa parola si può tradurre come “autocoscienza” e nella nostra cultura ha un valore molto profondo, legato alle pratiche del femminismo e al pensiero della differenza.

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Dal mio tavolo di lavoro, in bottega, però, quella che vorrei consigliarti oggi è una piccola pratica quotidiana di riflessione e di riconnessione con te stessa. Un piccolo percorso che ti consenta di ritrovare la fiducia perduta e superare ciò che ti blocca.

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Credo che tutte abbiamo delle zone d’ombra nelle quali releghiamo le cose che ci fanno più paura e ci rendono insicure. Non è facile illuminare questa parte di te e dare un nome a quello che ti spaventa. Però puoi provare intanto a fare qualche passo in questa direzione confortata dallo scrocchiare delle foglie gialle sotto le scarpe, da una sciarpa calda avvolta intorno al collo e dal profumo di una tisana rilassante.

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Uno dei mezzi che può aiutarti a fare self-awareness è senz’altro il quaderno (vedi i quaderni de LaTuaMomis)

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Un quaderno è un luogo dell’anima, un rifugio sicuro, una stanza segreta. Una poltrona che accoglie i tuoi pensieri senza giudicarti. Puoi scriverci di tutto. Dalle cose più profonde ai segreti più inconfessabili ai pensieri più futili. E quando le parole si materializzano tra le sue righe sei un pochino più libera, hai fatto un piccolo passo in più verso te stessa. O almeno così funziona per me.

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Ogni giorno ritagliati dieci minuti (dieci minuti non sono un granché nell’arco di una giornata intera) per startene da sola con il tuo quaderno e fai di questi dieci minuti quello che più desideri. Sei libera di scrivere tutto quello che ti viene in mente o di non scrivere assolutamente nulla.

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La sensazione confortante di aver dedicato del tempo alle tue parole e a te stessa secondo me è il più grande atto di self-awareness che esista. Il primo piccolo passo verso l’autocoscienza.

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E tu che ne pensi? Anche tu hai il tuo quaderno della self-awareness? O hai altri modi per prendere coscienza delle tue paure e iniziare a superarle?

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Scrivilo nei commenti e ne parleremo insieme.

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L’artigianato è personalizzazione

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Amo il lavoro artigianale per una serie di motivi.

Il primo è senza dubbio che attraverso di esso posso esprimere al massimo la mia creatività. 

Ma non si tratta solo di questo.

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Ti capita mai, quando compri un qualunque oggetto, per te stessa o per regalarlo, di chiederti come è stato realizzato, con quali materiali e soprattutto da chi e per chi?

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Dal cibo che porti in tavola ai vestiti che indossi, dai libri che leggi all’orologio che hai al polso fino ad arrivare probabilmente anche alla sedia su cui sei seduta mentre leggi, è molto difficile che tu riesca a sapere precisamente da chi sono stati creati, assemblati, coltivati e prodotti gli oggetti che ti circondano. Al massimo potrai sapere se sono stati fatti in Cina o in Europa o se rispettano determinati standard di produzione, potrai avere dettagli su come si chiama l’amministratore delegato della società che li produce, ma, materialmente chi li ha fatti come si chiama, dove vive e qual è la sua storia? Quanto ha guadagnato con il suo lavoro e com’è fatto il suo ufficio/laboratorio/fabbrica? Probabilmente non lo saprai mai.

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Ecco una delle cose che adoro di più del lavoro artigianale.

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Che si tratti di un quaderno fatto a mano o di un paio di orecchini in carta, che si tratti di un mobile di falegnameria o di un barattolo di conserva biologico, quando a produrre qualcosa è stato un artigiano, sai che il lavoro che è servito a realizzare ciò che stai comprando lo hanno fatto Sara, Luca, Antonio. Sai dove si trovano i loro laboratori. Sai quali sono i materiali che hanno scelto e perché. Probabilmente puoi anche immaginarti come si svolge una delle loro giornate lavorative.

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Tra te e l’artigiano c’è un rapporto umano. Vero e proprio.

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All’improvviso quel quaderno che hai nelle mani, quel paio di orecchini, quella marmellata che spalmi sulla tua fetta di pane, diventano la storia e il vissuto di una persona e si intrecciano con la tua storia e con il tuo vissuto dando una dimensione nuova a tutte le cose.

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Un altro motivo per cui adoro il lavoro artigianale è la personalizzazione (vedi i quaderni personalizzati de LaTuaMomis).

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La relazione con il tuo artigiano di fiducia può andare ben oltre il semplice comprare un oggetto in sé. Può essere personalizzata. Dal ritratto, al nome, alla scelta di un materiale particolare, è solo nel rapporto con l’artigiano che le tue esigenze, i tuoi desideri e i tuoi sogni possono realizzarsi come tu li vuoi attraverso una personalizzazione.

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Forse puoi far incidere un nome sul retro di un orologio ma non puoi chiedere alla Swatch di cambiare i colori o la provenienza dei materiali dei suoi prodotti. Non puoi chiedere alla Moleskine di produrre per te un’agenda in carta riciclata. Non puoi chiedere alla Nike di usare solo pelle vegan per farti un paio di Air Max. Non puoi chiedere a Ikea di farti una Billy color blu Copenhagen. Al tuo artigiano di fiducia invece puoi chiedere. E lui può risponderti.

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La personalizzazione è ciò che si realizza in questo scambio di vedute, di idee, di esigenze da una parte e di expertise, di saper fare, di saper interpretare e realizzare dall’altra. Una relazione che permette all’artigiano di mettersi in gioco e a te di esprimere le tue scelte in piena libertà ottenendo, alla fine, qualcosa di unico e irripetibile.

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E tu che ne pensi? Anche tu ami i prodotti artigianali? Ti piace far personalizzare gli oggetti che compri e conoscere la storia di chi li produce? Aspetto le tue opinioni nei commenti!

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