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Piantiamo un albero con Greenflea

My soul is green

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Ciao a tutti e bentornati nel mio blog!

Oggi vorrei raccontarvi di una collaborazione a cui tengo moltissimo, che è nata e si è sviluppata durante il periodo estivo per poi concretizzarsi a settembre.

Ho avuto la possibilità di disegnare, pensare e strutturare una collezione di cartoleria artigianale ed ecosostenibile per Greenflea, la prima app italiana che ti permette di piantare alberi ogni volta che fai un acquisto.

Vista la stringente crisi climatica che è in cima alla lista delle mie priorità, ho pensato che contribuire a questo progetto fosse un segno del destino, qualcosa di davvero concreto che potevo fare attraverso il mio lavoro.

Per farvi conoscere meglio la realtà di Greenflea, ho intervistato Andrea Grippi, ricercatore al Politecnico di Torino nell’ambito dell’intelligenza artificiale, nonché fondatore di questa start up tutta italiana.

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Ciao Andrea, benvenuto nel blog de LaTuaMomis. Ci racconti come nasce il progetto Greenflea?

L’idea è nata durante un’esperienza lavorativa in Svizzera. Ho notato che è uso comune lasciare oggetti e mobili ancora in buono stato per strada accompagnati da un foglio che recita “gratis”. In un Paese in cui tutto costa molto caro, l’usato è un’ottima alternativa per risparmiare. Inoltre, tante persone che ho incontrato mi hanno detto di farlo per ridurre gli sprechi in un’ottica ambientale. Ho trovato davvero affascinante questo sistema, semplice ma utile e sostenibile. Ho deciso quindi che mi sarebbe piaciuto portare questo tipo di mentalità in Italia, facilitando le transazioni tramite una piattaforma digitale: Greenflea.

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Chi c’è dietro le quinte di questa impresa? Parlaci un po’ di voi.

Al momento siamo in tre nel team. Io sono Andrea Grippi, ho lavorato come ricercatore al Politecnico di Torino e poi in Svizzera a Zurigo sempre nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Mi piaceva il mio lavoro ma volevo tornare in Italia per provare a costruire qualcosa qui e dare un contributo alla causa ambientale, che è la sfida più grande del nostro tempoGiulia Scomparin è stata la prima a unirsi a me in questo progetto in veste di social media manager. Si occupa di gestire tutta la comunicazione tramite la creazione di contenuti e la gestione delle varie piattaforme di condivisione. È un’attività fondamentale in quanto è l’unico modo che abbiamo per far conoscere il nostro progetto e le nostre idee agli altri. È anche un’attività difficile: bisogna continuamente trovare nuove idee e spunti coinvolgentiLaura Lodi è l’ultima aggiunta al nostro team, anche lei un “cervello in fuga” in Francia, dove ha lavorato per più di 6 anni nell’ambito del marketing digitale, nella pianificazione di strategie di comunicazione e nell’analisi del mercato e delle prestazioni delle campagne pubblicitarie. Nei suoi anni in Francia ha avuto ruoli di responsabilità lavorando anche per grandi marchi come l’Oreal. Tutti siamo molto coinvolti in Greenflea. Crediamo che sia possibile coniugare un’attività di startup economicamente sana con l’impegno ambientale e sociale. Abbiamo tutti una responsabilità verso il nostro pianeta e Greenflea ci permette di fare qualcosa di concreto.

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Come avviene il processo di piantumazione degli alberi che è un po’ il cuore della vostra idea? Dove vengono piantati e da chi? 

Per la piantumazione degli alberi abbiamo deciso di affidarci a degli esperti: piantare alberi può sembrare semplice ma ci sono tanti fattori da considerare se si vuole generare un effetto positivo sull’ambiente sul lungo periodo. Il nostro partner si chiama RegalaUnAlbero, una società che da anni si occupa di piantare alberi nella zona della Sila piccola, in Calabria. Non solo si assicurano che ogni albero piantato sia di una specie endemica ma ci permettono di monitorare la crescita e la salute delle piante in ogni momento. Sapremo anche sempre, in tempo reale, quanta CO2 abbiamo contribuito a estrarre dall’atmosfera. Questo non è solo indice di un approccio molto professionale alla questione ma permette a noi di Greenflea di poter essere totalmente trasparenti con tutti gli utenti che hanno scelto noi come piattaforma per i loro acquisti.

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Chi sono i vostri utenti, il pubblico che vi segue?

Abbiamo riscontrato grande interesse specialmente in un pubblico femminile che a oggi compone quasi i 2/3 della nostra utenza. In termini d’età il nostro è un pubblico relativamente giovane, tra i 25 e i 45 anni. I dati anagrafici non ci stupiscono e seguono un trend mondiale che si riscontra in tante ricerche, ma speriamo di riuscire a coinvolgere maggiormente un pubblico maschile. La causa ambientale non conosce differenze e riguarda tutti.

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Idee e progetti per il futuro di Greenflea?

Nei prossimi tre anni abbiamo l’ambizioso obiettivo di riuscire a piantare 3000 alberi. Sarebbe un risultato enorme e contribuirebbe in maniera fortissima al progetto di diboscamento della Sila, senza contare le tonnellate di CO2 che contribuirebbe a rimuovere dall’atmosferaVorremmo diventare il punto di riferimento per lo shopping ecosostenibile in Italia e chissà, magari esportare la nostra formula anche all’estero.

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Grazie Andrea per averci raccontato quello che c’è dietro questo ambizioso progetto! E voi che aspettate? Correte a scaricare l’app Greenflea e unitevi a questa splendida community! 

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Noi ci sentiamo presto qui dalla bottega.

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Agenda del tempo: ridisegnare le priorità

Agenda del tempoAgenda del tempo

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Buongiorno e bentornati nel mio blog.

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Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore ossia la mia agenda del tempo. Voi magari mi direte: ma è giugno! Chi inizierebbe a compilare un’agenda a giugno? Adesso vi spiego.

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In quale parte dell’anno siete soliti fare dei bilanci per capire com’è andata, se avete raggiunto i vostri obiettivi, se siete riusciti a fare tutto ciò che avevate in mente? Molti di voi probabilmente lo fanno a gennaio, quando inizia un nuovo anno, un nuovo ciclo, e si è portati in maniera del tutto naturale a fare i conti con quello che siamo o non siamo riusciti a fare.

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Io invece appartengo a un altro gruppo di persone, quelli che fanno i loro bilanci e le loro valutazioni ad agosto. Solitamente infatti mi ritiro in montagna, in un paese dell’alto Molise, dove c’è la casa che era di mia nonna, stacco la spina dalla routine lavorativa quotidiana e faccio un po’ di silenzio interiore, un po’ di decluttering dell’anima, metto ordine nelle mie priorità.

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Solo dopo aver fatto questo, riesco a mettere nero su bianco la mia programmazione per l’anno a venire: i nuovi lanci, il big event, creazioni a cui non avrei pensato, partnership che vorrei abbracciare, finanziamenti che avrei bisogno di chiedere, obiettivi e strategie di marketing e così via. E solitamente per farlo uso la tecnica del journaling. Cioè prendo un bel quaderno dove man mano segno tutto facendo una programmazione per step.

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Così ho pensato che come me ci saranno tanti di voi che in estate si dedicano alla programmazione annuale e ho deciso di creare un’agenda che contenesse tutti gli strumenti che secondo me sono utili per farlo. È nata quindi l’agenda del tempo, sostenibile, fatta a mano e con la vocazione per il journaling e l’organizzazione.

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È suddivisa in quattro settori, i quattro settori in cui solitamente io suddivido la mia programmazione annuale: lavoro, hobby, salute e casa. Questo mi permette di focalizzare l’attenzione sul lavoro ma mi costringe allo stesso modo a organizzare anche il self-care, che troppo spesso tendo a dimenticare per poi risentire a metà anno di acciacchi sia fisici che psicologici.

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L’agenda ha quindi una to do list e una lista degli obiettivi per ogni sezione, una sorta di elenco guida per tenere bene a mente che quest’anno dovete assolutamente trovare il tempo e le risorse per andare dall’osteopata o scovare la mezza giornata necessaria a ridipingere con l’eggshell le sedie della cucina o uscire per comprare quel libro che da un anno è lì che vi chiama.

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Ci sono tasche sia nella seconda che nella terza di copertina, dove infilare appunti, carte e piccoli memorabilia. C’è una matita piantabile con semi di piante aromatiche, che una volta finita può essere messa in vaso. Ci sono 8 tra tag e mini tag per abbellire le pagine. E la carta dell’agenda è da 170 g, bella spessa, così che se volete adornare i vostri appunti con le penne gel o con le penne acquarellabili, i disegni non passeranno dall’altra parte come succede con i bullet journal che ci sono in commercio… insomma ci ho messo tanta cura e attenzione per progettare questa agenda del tempo basandomi soprattutto sull’esperienza personale e spero di aver fatto un buon lavoro.

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E voi? Quando vi fermate per fare una programmazione annuale? Anche voi fate del journaling per focalizzare i vostri obiettivi? Scrivetelo qui nei commenti! Noi ci sentiamo presto qui dalla bottega.

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Quattro idee per un matrimonio ecosostenibile

Partecipazioni Melograno

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Partecipazioni MelogranoCiao a tutti e bentornati sul mio blog.

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Oggi vorrei parlarvi delle mie idee per rendere un matrimonio ecosostenibile.

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Io adoro le atmosfere calde e rustiche dello stile country e così, se dovessi organizzare il mio, vorrei un matrimonio in pieno stile botanico, quanto più possibile caratterizzato dall’handmade ma soprattutto ecosostenibile.

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Volevo creare una linea per le nozze che rispecchiasse in pieno queste caratteristiche e così ho dato vita alle mie quattro idee per un matrimonio ecosostenibile.

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Celebrare l’amore non è mai cosa da poco e cosa c’è di meglio dell’originalità dell’handmade per farlo?

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1. Partecipazioni botaniche stampate a mano con tag in carta piantabile. Queste partecipazioni sono stampate a mano con la tecnica della linoleografia e hanno illustrazioni botaniche ispirate al melograno, simbolo di ricchezza e di abbondanza. Ho utilizzato della pregiata carta riciclata color avorio prodotta in Italia a basso impatto ambientale, utilizzando gli scarti delle lavorazioni agroindustriali degli agrumi. Ma ciò che rende uniche queste partecipazioni è la piccola tag in carta piantabile che fa da chiudi busta. Contiene semi di Non ti scordar di me e gli invitati potranno metterla in vaso per veder spuntare piantine vere. Un messaggio d’amore e di vita.

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2. Bomboniere fatte e stampate a mano con semi di lavanda. Queste piccole bomboniere sono delle vere chicche. Stampate a mano su carta kraft con motivi ispirati ai dandelion (ovvero i nostri soffioni), nascondono all’interno un cartiglio contenente semi di lavanda. Un messaggio di purezza e d’amore completamente ecologico anche questo e in pieno stile country.

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3. Mini quaderni stampati a mano con tag in carta piantabile. Un mini quaderno con una piccola frase calligrafata a mano in copertina, con le iniziali degli sposi, o semplicemente con una illustrazione botanica, si rivelerà una bomboniera assolutamente originale, ecosostenibile e dal fascino rustico inimitabile per i vostri invitati, già colpiti e catturati dall’atmosfera che avete scelto per consacrare il vostro amore.

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4. Mini album per istantanee personalizzato realizzato in carta riciclata. Questo mini album, realizzato e stampato a mano, è pensato per accogliere delle istantanee stampate con la Instax square. Potrete così regalare ai vostri invitati un piccolo ricordo con le foto del vostro giorno più importante, per far capire loro quanto è importante la loro presenza in un giorno epocale.

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Spero di avervi suggerito qualche idea originale, handmade ed ecosostenibile per rendere il vostro matrimonio ancora più unico di quanto immaginate. Ma sta a voi liberare la fantasia e progettare, inventare, mettere sul piatto elementi creativi e in sintonia con il vostro carattere e i vostri gusti!

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Se avete idee, commenti o proposte innovative, scrivetele nei commenti.

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Alla prossima dalla bottega.

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Quattro idee per un San Valentino sostenibile

Album personalizzato per San Valentino

Ciao a tutti e bentornati nel mio blog.

Chi di voi, come me, si è ridotto all’ultimo momento per fare un piccolo dono di San Valentino?

Io adoro questa festa, anche se può sembrare banale e scontata. Mi piace fare un piccolo regalo alle persone che amo e non solo al mio compagno, per dimostrare il mio affetto e per prendermi cura di loro.

Ho pensato quindi di darvi quattro idee per un San Valentino sostenibile visto che la cura dell’ambiente, come chi di voi mi segue sa, è uno dei miei punti fermi.

La prima è un piccolo album fatto e stampato a mano in carta riciclata che può contenere sei foto e che può anche essere appeso per decorare una parete. Questo piccolo album si presta particolarmente bene come regalo di San Valentino perché può essere personalizzato e trasformarsi così in uno scrigno prezioso per poter conservare un momento speciale che avete vissuto insieme alla persona a cui state pensando in questo momento.

La seconda è un Midori Travelers notebook, anche questo personalizzabile, anche questo realizzato a mano in carta riciclata, dedicato a quelle coppie di amanti, amici, fratelli che amano viaggiare insieme e conservare memorabilia, ricordi, piccole foto che possano in qualche modo fermare degli istanti preziosi. Viaggiare insieme è il non plus ultra della condivisione, non trovate?

Poi ci sono gli intramontabili quaderni personalizzati con tag in carta piantabile su cui potete scrivere un pensiero, una frase significativa o più semplicemente un nome. Il messaggio d’amore portato con sé dalla carta piantabile è inequivocabile. Una volta messa in vaso, la tag di questi quaderni darà vita a una piantina di Non ti scordar di me… più chiaro di così!

La mia ultima idea per un San Valentino sostenibile è un set di biglietti di auguri completi di busta. Questi biglietti, stampati a mano con fiori di ciliegio, sono realizzati con delle splendide carte prodotte in Italia e provenienti dagli scarti agroindustriali di mandorla e uva. Un elegantissimo modo per comunicare i vostri pensieri alla persona che amate.

La lista potrebbe essere infinita… la verità è che sta solo a voi immaginare un modo originale, elegante ma soprattutto sostenibile per esprimere l’amore che avete dentro. Quindi datevi da fare! Noi ci sentiamo alla prossima.

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Cinque idee per un Natale sostenibile

biglietti di auguri natalizi, biglietti natalizi personalizzati

Ciao e bentornati nel mio blog! Oggi esco allo scoperto e confesso: il mio momento preferito dell’anno è il Natale. Sono un’appassionata di decorazioni, adoro fare l’albero e il presepe, impacchettare regalini per tutti (possibilmente fatti a mano), preparare biscotti e tisane invernali, ascoltare vecchie canzoni natalizie, possibilmente jazz.

Quello che mi tormenta però da sempre è l’altra faccia della medaglia. Il consumo enorme  di plastica e imballi di vario genere che ruotano attorno a questa festività e che la rendono assolutamente e inspiegabilmente dannosa per il pianeta. Mi sono quindi chiesta se fosse possibile lavorare per ottenere un Natale sostenibile ed ecco le mie cinque piccole idee per andare in questa direzione.

1. Tag chiudipacco in carta piantabile. Tutti noi amiamo decorare i nostri pacchetti con delle tag chiudipacco. Io ne compravo grandi quantità, addirittura di quelle adesive che poi attaccavo direttamente alla carta del pacchetto e che finivano nell’indifferenziata. Quest’anno ho deciso di crearne di mie, stampate a mano con inchiostri ad acqua ma soprattutto realizzate in carta piantabile. Finite le feste, scartati i pacchetti, che io realizzo esclusivamente con carta kraft riciclata, queste tag chiudipacco possono essere messe in vaso, e, una volta annaffiate, daranno vita a una vera piantina di Non ti scordar di me. Un messaggio di vita oltre che d’amore.

2. Biglietti di auguri in carta riciclata. Ecco un’altra idea che non fa male all’ambiente. Se anche voi amate accompagnare i regali importanti con una dedica, con delle parole speciali scritte di vostro pugno, beh, avrete bisogno di un biglietto fatto come si deve. Chi non hai mai comprato quei set di biglietti in carta plastificata lucida con decori natalizi standardizzati magari stampati in Cina? Io quest’anno dico no e ho creato un set di biglietti natalizi fatti a mano in carta riciclata compresi di busta in carta kraft. I decori natalizi che li caratterizzano sono sempre stampati a mano con inchiostri ad acqua e sono ispirati a degli antichi ricami svedesi. La carta che ho scelto è una pregiata Favini Crush, prodotta in Italia a basse emissioni energetiche e ricavata dagli scarti delle lavorazioni agroindustriali del mais. Cosa c’è di più ecosostenibile?

3. Album foto natalizio personalizzato. Quest’idea mi è venuta mentre riguardavo le foto dei Natali passati. Chi come me ama stampare e conservare le sue foto per poterle riguardare di tanto in tanto, amerà questo piccolo album personalizzato che può essere anche appeso alla parete diventando un delizioso elemento di arredo. Stampato a mano con inchiostri ad acqua su carta riciclata.

4. Quaderni con tag in carta piantabile Semina Parole. Ma veniamo alle idee regalo vere e proprie. Un quaderno, un taccuino o un mini quaderno stampati a mano in carta riciclata con la tag in carta piantabile “Semina Parole” sono la mia proposta per un piccolo regalo ecologico, sostenibile e che porta con sé un messaggio profondo d’amore. Chi semina parole ottiene la vita!

5. Set di quaderni con la stella di Natale. Per finire c’è l’intramontabile set di quaderni stampati a mano su carta kraft con la Stella di Natale. Quando ero piccola mi ricordo che mia nonna comprava sempre una pianta di Euphorbia Pulcherrima che poi metteva nell’ingresso della sua casa per accogliere gli invitati il giorno del 25. Dopo qualche mese quella pianta faceva sempre una brutta fine non essendo nata per i nostri climi e veniva buttata via. Mi ha sempre fatto rabbia questa cosa. Così ho pensato di intagliare un timbro che ritraesse le stelle di Natale e adornare dei quaderni con il loro caratteristico colore rosso. Non è meglio regalare dei quaderni in carta riciclata che una pianta che poi dopo un po’ si butterà via?

E voi? Come avete pensato di rendere più sostenibile il vostro Natale? Se avete idee o suggerimenti da condividere, scriveteli nei commenti! Noi ci risentiamo presto sempre qui, nel mio blog.

 

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Carta piantabile: cos’è e come si usa

 

Buongiorno e bentornati nel mio blog!

Oggi voglio parlarvi di un materiale che mi sta molto a cuore e che sta diventando per me un vero must: la carta piantabile.

Per chi è attento alla natura e desidera contribuire alla sostenibilità, questa carta ecosostenibile può diventare una risorsa infinita: può essere utilizzata per impreziosire regali, per dare un valore aggiunto a eventi importanti, per mandare un messaggio d’amore e di vita. Mille sono le possibilità che racchiude nel suo cuore pieno di semi.

Ma vediamo nel dettaglio com’è fatta e come si usa la carta piantabile.

Si tratta di una carta generalmente lavorata a mano e costituita da due fogli, più o meno sottili, che vengono fissati l’uno all’altro da collanti naturali (come ad esempio la fecola di patate). All’interno dei due strati si posizionano semi di piante aromatiche o di piccole piantine da fiori, poi la si lascia asciugare et voilà, eccola pronta all’uso.

Se avete bisogno di decorarla dovete sapere che la carta piantabile non si presta ad essere stampata con le stampanti che ognuno di noi ha in casa. Può essere tranquillamente stampata a mano oppure con stampanti industriali a freddo con inchiostri ad acqua per far sì che non si rovini.

Ma come si usa la carta piantabile?

Bisogna spezzettarla in piccoli frammenti, metterla in un vaso, annaffiarla poco e ogni giorno e… aspettare! Dopo una settimana si vedranno spuntare piccole piantine che vanno poi coltivate e incoraggiate a crescere.

In Italia si può acquistare la carta piantabile da vari produttori artigianali. Uno di questi è Growingpaper.it, filiale italiana dell’azienda olandese che produce la sua carta in modo sostenibile. Poi ci sono gli artigiani italiani che creano la carta piantabile con tutta la sapienza del lavoro manuale tra cui la Cartiera Romaniello con sede a Roma.

Allora, siete pronti a utilizzare la carta piantabile per le vostre creazioni?

Spero di sì e spero che quest’articolo vi sia stato utile. Se avete ancora dubbi o domande su come viene creata e su come può essere utilizzata questa carta ecosostenibile, potete scrivermi a info@latuamomis.com, sarò felice di rispondervi!

 

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Il significato romantico della parola target l’ho scoperto all’Etsy Made in Italy

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Sabato e domenica 1 e 2 dicembre ho partecipato all’Etsy Made in Italy al Lanificio a Roma.

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Chi mi conosce lo sa, sono molto timida e prendere parte a eventi e fiere dal vivo mi mette sempre un po’ in agitazione. Nonostante tanti anni di lavoro col pubblico in libreria, non so mai se riuscirò a spiccicare parola, se riuscirò ad esprimermi al meglio e la tentazione di restare al riparo della mia bottega è forte. Poi invece mi faccio coraggio e abbandono la mia comfort zone ed ecco che avviene la magia.

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Spesso quando si apre un’attività imprenditoriale in proprio, che sia piccola o grande, si sente parlare del “target”. È una parola che a me non piace perché ha qualcosa di militaresco, come un obiettivo da colpire. Quindi io, che sono romantica, preferirei usare il termine “pubblico” ma tant’è

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Fatto sta che uno dei più difficili risultati da raggiungere quando si produce qualcosa, creativo o meno che sia, è quello di incontrare il proprio “target” ossia le persone a cui ti rivolgi, con cui cerchi di dialogare e che hai sempre nel cuore qualsiasi cosa tu faccia, pur non conoscendole davvero.

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Ogni volta che mi metto a cucire un quaderno o a preparare un set di carte da lettera o a disegnare per un nuovo timbro, cerco di immaginarmi la ragazza che scriverà su quelle pagine, la donna che manderà una lettera alla sua migliore amica, la figlia che sceglierà quel disegno per regalarlo al suo papà… ma immaginare è una cosa e avere davanti è un’altra.

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E, devo dire la verità, all’Etsy Made in Italy al Lanificio ho avuto la più grande occasione che si possa immaginare: incontrare dal vivo il mio target. Stringergli la mano, scambiare preziose parole e farsi caldi sorrisi. Che fossero mamme che sceglievano quaderni per le figlie, o ragazze che compravano sketchbook per le amiche disegnatrici, amanti della natura che desideravano quaderni in carta piantabile o appassionate di letteratura che sceglievano il ritratto di Emily Dickinson o Virginia Woolf… insomma tutte le persone che sono passate dal mio piccolo banco di cartoleria artigianale erano davvero interessate a quello che faccio in bottega tutti i giorni.

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Il merito va di sicuro al duo di Fabric Up, che ha organizzato l’evento. Claudia e sua madre Nadia sono state impeccabili padrone di casa ma soprattutto sono riuscite a comunicare perfettamente la passione che c’è dietro al lavoro degli artigiani che hanno partecipato e il pubblico che è intervenuto numerosissimo aveva davvero interesse per la qualità degli espositori e per l’evento in sé. Un’esperienza impagabile, da ripetere assolutamente.

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Sentirsi dire: “Sei LaTuaMomis? Ti seguo su Instagram e non vedevo l’ora di osservare le tue creazioni dal vivo”, mi ha lasciata senza parole. Mi scuso con le persone a cui non ho saputo rispondere. Ero impietrita dall’emozione. Incontrare le persone che ti seguono tutti i giorni non è cosa da poco. Ti fa sentire davvero parte di qualcosa e dà un senso al tuo lavoro, e alle fatiche che comporta.

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E cosa dire del networking? Le artigiane che erano in fiera erano splendide. Ognuna con la sua particolarità, ognuna con la passione negli occhi e nelle mani. Che dire degli splendidi gioielli de Il lato creativo o delle serigrafie di Mynameisbri o della cartoleria artigianale di NunaPaper o delle collane intrecciate a mano da Imma-Art Design?E potrei andare avanti a lungo… Tutte, tutte bellissime le espositrici scelte per questo evento. Parlare con loro è stato come guardarsi allo specchio. Uscire fuori dal laboratorio e incontrarsi scambiandosi saperi ed emozioni.

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Uscire dalla comfort zone mette paura è vero, ma ti ripaga del tutto.

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Adesso, mentre mi rimetto al lavoro per progettare nuovi prodotti e disegnare nuove stampe da intagliare, terrò ben presenti in mente i vostri volti, i vostri sorrisi e le vostre voci.

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Grazie mille a tutti voi che siete passati al mio stand e… al prossimo evento!

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La cartoleria artigianale d’autunno si veste di foglie di gingko

Set regalo quaderni Gingko•••

Posso confessarvelo? L’autunno è la mia stagione preferita.

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Le giornate non sono ancora troppo corte, il tempo è mite ma non ancora freddo, la natura si veste dei toni del giallo e dell’arancio, le castagne sprigionano il loro splendido sapore e nel mio laboratorio iniziano a spuntare le prime tisane allo zenzero.

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E per me, il simbolo vero dell’autunno è da sempre il gingko. L’albero maestoso che in questa stagione si tinge di un giallo così potente da lasciare abbagliati.

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Il quartiere di Roma dove c’è il mio laboratorio è pieno di alberi caducifogli ma per andare a raccogliere foglie di gingko devo fare un bel pezzo di strada a piedi

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In mezzo a una piazza molto trafficata di periferia, circondato dall’asfalto e dai palazzi, c’è lui, un enorme albero di gingko, solitario, piantato a casaccio in un’aiuola che segna i limiti di un incrocio, senza che nessuno gli presti attenzione. D’estate è verde ma in autunno diventa una gigantesca e accecante nuvola gialla, con le sue eleganti e preistoriche foglie a ventaglio che poi ricoprono la strada come un manto man mano che cadono giù. Un miracolo che si compie stagione dopo stagione e che mi ritrovo ad osservare a testa in su, rischiando di essere schiacciata dalle macchine o urtata da distratti passanti carichi di borse della spesa.

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Anche il mio laboratorio si riempie di foglie di gingko immaginarie in autunno

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Quando ritorno al mio tavolo da lavoro ne disegno in continuazione. Cerco gli inchiostri che possano rappresentare al meglio quello che gli occhi hanno visto e che il cuore conserva. La mano ripercorre il profilo di quei ventagli con la matita, la carta accoglie quelle forme, lo scavino le intaglia in tutte le misure.

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Avevo già realizzato una collezione di cartoleria artigianale a tema gingko l’anno scorso. Quaderni, taccuini, segnalibri in carta kraft e rilegati a mano che avete apprezzato moltissimo

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La sfida che mi ripropongo quest’autunno è quella di creare una linea di prodotti ecosostenibili ispirati alle foglie del mio albero preferito che ne esaltino però il colore autunnale.

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Il primo nato ve lo presento adesso. È un quaderno a fisarmonica che è un inno alla vita. Grazie alla sua rilegatura speciale, ha un doppio interno e quindi può essere riempito da una coppia, un lato per ciascuno.

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Ma non è finita qui. Questo quaderno ha anche una doppia copertina speciale: il talloncino centrale su cui è stampata la mia amata foglia di gingko, è piantabile. Ciò vuol dire che se lo si stacca e lo si interra, nasceranno delle piantine di papavero o di alisso. Mi piaceva particolarmente l’idea di dare nuova vita agli oggetti che usiamo e a cui più teniamo e, grazie alla carta piantabile e lavorata a mano da Growingpaper, ci sono riuscita.

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Voi cosa ne pensate? Vi piace l’autunno? Avete anche voi una passione per tisane, castagne e passeggiate tra le foglie gialle? Anche voi amate l’eleganza delle foglie del gingko?

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Scrivetelo nei commenti, ne parleremo insieme!

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Ricettario d’autunno: i cicci cotti

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Quando ero bambina, la fine del mese di ottobre per la mia famiglia corrispondeva sempre con la ricerca spasmodica di ingredienti perduti provenienti dalle nostre terre di origine in previsione del giorno dei Morti.

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Sono nata a Napoli ma nessuno dei miei nonni era originario di quella città. Per due quarti sono pugliese, per un quarto molisana e per un quarto lucana. Quindi anche le mie tradizioni culinarie provengono da quelle terre in un meltin’ pot di sapori e odori legato a storie di tratturi, emigrazione e dialetti dei più vari.

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Nel mio ricettario d’autunno ci sono ingredienti base, come ad esempio il mosto cotto (sciroppo denso e scuro usato come dolcificante in moltissime ricette pugliesi e molisane), che ho enormi difficoltà a trovare ora che nessuno dei miei parenti più lontani ha più una vigna o è disposto a trascorrere ore e ore a cuocere e filtrare l’uva fino a trasformarla in uno sciroppo delizioso.

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Però ai miei “cicci cotti” io non rinuncio e, tra mille peripezie, sono finalmente riuscita a trovare un piccolo produttore abruzzese, D’Alessandro, che fa composte e marmellate spettacolari a chilometro zero, che mi procura il mosto cotto necessario per ossequiare i Morti e celebrare i Santi in una ricorrenza che mi mette in diretto contatto con le mie radici.

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La ricetta di mio nonno prevede un mix di grano cotto, chicchi di melograno, pezzetti di cioccolato fondente, noci sminuzzate e frammenti di canditi, il tutto condito con questo sciroppo dolce, scuro e denso d’uva (che metto da parte fino a Natale per farci i dolcetti che condivido con tutta la famiglia). È un must nel mio ricettario d’autunno.

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Non a tutti piace, ma io adoro questa ricetta che ha tutti i colori e i sapori dell’autunno, dal marrone del mosto, all’oro del grano, al bordeaux del melograno, al beige delle noci, all’arancio dei canditi. 

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È un viaggio nel gusto del mio passato, della mia infanzia, delle radici della mia famiglia. Quelle radici che non ho voglia di perdere e che non vedo l’ora di tramandare alla mia bambina e che spero lei trasmetterà a chi verrà dopo.

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E il mio vecchio ricettario gioca un ruolo fondamentale in questo recupero delle origini perché è scritto a mano da mio nonno. La sua grafia mi è talmente familiare che la riconoscerei tra mille.

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Scrivere e riscrivere le ricette a mano dopo averle provate e riprovate su fogli spesso sporchi di uova, farina, zucchero è un modo per mettersi in contatto con chi ci sta accanto e con quelli che verranno dopo di noi. Trasmettere loro il nostro gusto, i nostri tentativi, la nostra cura per le piccole cose è quello che cerchiamo di fare mettendo nero su bianco le ricette dello stare insieme.

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Hai anche tu un ricettario d’autunno che scrivi a mano? Conservi anche tu scrupolosamente le ricette dei tuoi nonni come faccio io? Parliamone insieme nei commenti!

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Il taccuino delle intuizioni brillanti

Taccuino-intuizioni•••

Hai presente quel momento in cui riesci a focalizzare l’idea geniale che non ti aspettavi?

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L’istante preciso in cui ti sembra che finalmente i pezzi del puzzle combacino e hai chiara la visione di quello che farai?

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Che tu sia una scrittrice in cerca della trama perfetta o una chef che lavora da mesi su una ricetta per renderla unica. Che tu sia una fioraia che si lambicca su un nuovo modo di legare insieme i fiori per ottenere un bouquet che nessuno ha mai visto prima o una sarta che medita su una nuova cucitura per tenere insieme un vestito. Sì, insomma, qualunque sia la tua principale attività, arriva un momento in cui nella notte più buia, un raggio di luna piena illumina la tua idea e la fa brillare di luce propria.

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In quell’istante ti sembra tutto chiaro. Già ti vedi tutta in tiro ospite da Fazio con in mano il tuo romanzo che ha venduto diecimila copie o in copertina su Gambero-Rosso che mostri soddisfatta il tuo favoloso piatto segreto. Già esulti perché il tuo bouquet rivoluzionario è diventato un trend copiato in tutta Europa o perché la principessa Kate ha indossato il tuo vestito a una serata di gala dopo averlo visto esposto nella vetrina della tua sartoria artigianale nel suo ultimo viaggio in Italia…

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Poi la luna tramonta, il raggio miracoloso svanisce e la tua intuizione brillante torna al buio.

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È in questi momenti che a me sale lo sconforto per non aver fissato da qualche parte, anche solo in forma di appunto, quello che mi era venuto in mente e che avrebbe cambiato le sorti di ciò che adoro di più fare.

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Una volta, in un negozietto minuscolo e dimenticato, ho trovato quello che mi serviva e che uso sempre in questi casi. È il mio taccuino delle intuizioni brillanti. Un mini quaderno con in copertina dei panda che ha in ogni pagina in alto uno spazio per la data e il titolo e sotto delle semplici righe. Un banalissimo taccuino trovato per caso che si è trasformato nel mio più fidato compagno di avventure.

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In questo taccuino delle intuizioni brillanti, ogni volta che mi viene un’idea, annoto la data, il titolo della mia illuminazione geniale e scrivo giusto qualche riga che ne spiega il contenuto poi lo dimentico per qualche tempo. Quando l’idea ha fermentato abbastanza, tiro fuori il mio taccuino e, partendo da quello che ho scritto, inizio a lavorare per capire se posso trasformare quell’intuizione momentanea in qualcosa di più strutturato e realizzabile fino a renderla una realtà tangibile e concreta.

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Sembrerà banale ma io credo che fissare sulla carta le idee sia il primo passo verso la loro realizzazione. Se poi ti rendi conto con uno studio di fattibilità che quella cosa che ti era sembrata geniale magari non lo è, questo non importa. L’importante è aver ascoltato la tua voce interiore, quella che è sempre al lavoro per innovare, stupire e creare al di là di ogni aspettativa.

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E tu? Hai anche tu un taccuino delle intuizioni brillanti? Quando ti senti più creativa come fai a fissare le tue idee senza lasciarle andare? Scrivilo nei commenti!

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